Diossina e Pcb nelle uova di alcune masserie di Taranto

Diossina e Pcb nelle uova di gallina prelevate da alcune masserie nell'agro di Martina Franca e di Crispiano, in provincia di Taranto. L'allarme, lanciato già lo scorso 8 gennaio dal Fondo Antidiossina, è stato confermato anche dai dati ufficiali acquisiti dalla onlus e redatti dal Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto e dell'Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata.

Diossina e Pcb nelle uova di gallina prelevate da alcune masserie nell’agro di Martina Franca e di Crispiano, in provincia di Taranto. L’allarme, lanciato già lo scorso 8 gennaio dal Fondo Antidiossina, è stato confermato anche dai dati ufficiali acquisiti dalla onlus e redatti dal Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto e dell’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata.

“Veniamo a sapere adesso che anche la Asl di Taranto, negli anni scorsi, aveva rilevato diverse criticità con vistosi superamenti non solo dei “valori di azione”, ma anche dei “valori limite”, fin oltre il 200%”, scrive il Fondo. Lo si evince chiaramente dai valori analitici di gran lunga superiore ai valori di azione ed ai valori limite di cui al Regolamento (UE) n. 1259/2011, in vigore dal 1° gennaio 2012, che aggiorna il Regolamento 1881/2006.

Da allora, però, non sarebbero stati più effettuati controlli sistematici sulle masserie ubicate nella provincia di Taranto, nonostante si fossero evidenziate tali gravi criticità. Lo stesso dipartimento, invece, ha fatto sapere di aver effettuato numerosi campionamenti su uova di largo consumo provenienti dai grossi allevamenti intensivi (in batterie) di galline ovaiole sottoposte ad un regime alimentare controllato e, quindi, non a contatto con i terreni potenzialmente contaminati da microinquinanti contenuti nelle deposizioni atmosferiche. I risultati analitici ottenuti sarebbero tutti negativi con valori di diossine e pcb molto bassi, a tal punto da poter rassicurare il consumatore.

In altre parole, in questi ultimi anni, l’autorità sanitaria avrebbe deciso di mirare solo al controllo dei grandi produttori e non a quello delle masserie prese singolarmente, in grado di produrre solo poche migliaia di uova all’anno, talvolta destinate unicamente all’autoconsumo. Le uova delle galline allevate a terra nelle masserie di Crispiano e Martina Franca sono risultate in molti casi positivi alla presenza di questi pericolosi congeneri, tanto che la stessa ASL ne sconsigliò il consumo con l’ordinanza del 4 gennaio 2013 (prot. 23/I.A.), a firma dei dirigenti del Dipartimento, dott. Teodoro Ripa e dott. Vito De Chirico.

diossine uova taranto

Ma se l’allarme non è così forte per la salute, lo è certamente per l’ambiente: la comprensione del fenomeno di diffusione di tali inquinanti consentirebbe di comprendere se al rischio sanitario rilevato su matrice alimentare possa essere associato un rischio ambientale su larga scala. In tal senso, le uova degli allevamenti a terra prodotte dalle galline ruspanti potrebbero essere considerate quali bioindicatori di potenziale inquinamento.

Per questo il Fondo Antidiossina, convinto che basti interrompere le fonti inquinanti per porre fine alla diffusione delle diossine e dei pcb, presumibilmente attraverso le emissioni industriali, auspica “un supporto dell’organo tecnico regionale di controllo, ARPA Puglia, per la definizione di un piano di monitoraggio e controllo ambientale sanitario da attuare congiuntamente con la ASL Taranto finalizzato ad una efficace prevenzione primaria“.

“Con la conferenza stampa di ieri, abbiamo dimostrato, con dati alla mano, che le diossine ed i pcb stanno insidiando pesantemente anche l’agro di Crispiano e quello di Martina Franca. Le galline allevate in batteria, quindi non a contatto con il terreno, non risultano contaminate. Al contrario, quelle che razzolano libere nelle masserie producono uova che risultano positive alla presenza di diossine e di pcb.dl. con valori che superano anche del doppio il “valore limite” (5pg/gr diossine + pcb.dl). Il raggiungimento ed il superamento di tale valore obbliga le autorità a vietare la commercializzazione e a disporre la distruzione delle uova. Addirittura, in una masseria di Crispiano il valore delle diossine e dei pcb.dl superava gli 11pg/gr. Valori che fanno tremare il comparto zootecnico di Crispiano e di Martina Franca”, spiega il Professor Fabio Matacchiera, responsabile legale Fondo Antidiossina.

Roberta Ragni

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