Tri Pizzi, il peperoncino piccante calabrese che rischia di scomparire per sempre a causa del prezzo troppo basso.
Tri Pizzi è il peperoncino piccante calabrese alla base anche della famosa soppressata e della ‘nduja, noto anche con il nome “minni di vacca”, che rischia purtroppo di scomparire per sempre. Il prezzo troppo basso ne mette infatti a rischio la sopravvivenza, come ha spiegato il produttore Gabriele Crudo a Slow Food Italia:
«Il prezzo del peperoncino è troppo basso. Fresco viene venduto a 80 centesimi al chilo, ma a queste cifre il produttore non ricava niente, perché ogni singola pianta richiede tempo e impegno e assicura una quantità di peperoncino limitata, che varia dai 300 agli 800 grammi a stagione».
Il prezzo equo, sempre secondo Crudo, dovrebbe essere compreso tra 1 euro e 1 euro e cinquanta al chilogrammo. Svenderlo rischia di estinguerlo perché nessun produttore, entro qualche anno, sarà più disposto altrimenti a coltivarlo:
«Questa varietà di peperoncino va protetta e sostenuta, perché altrimenti tra cinque o sei anni arriveremo al punto che nessuno vorrà più coltivarlo».
A proposito di coltivazione, Tri Pizzi viene prodotto in “un territorio molto rurale, dove non ci sono industrie che inquinano ma solo aziende agricole“, specifica Crudo, “lo coltiviamo in un’area di cui fanno parte una dozzina di comuni, tra questi c’è Spilinga“.
Ed è a causa del prezzo eccessivamente ridotto che è stato aggiunto da Slow Food ai prodotti “Arca del gusto”, il millesimo, tra i prodotti italiani, a entrare a farne parte. Il progetto di Slow Food si propone infatti di salvaguardare gli alimenti a rischio estinzione di tutto il mondo, assicurando un futuro sia a Tri Pizzi che agli altri 999 prodotti italiani.
Perché solo così facendo, specifica Slow Food, si potrà “creare un’economia in questo territorio, far lavorare le persone nelle aziende agricole” e al tempo stesso tutelare la biodiversità alimentare.
FONTE: Slow Food Italia
Ti potrebbe interessare anche: