Torched Earth, la birra al sapore di cambiamento climatico che non vorremo mai assaggiare

Una birra dal gusto amaro per mostrare i danni che il cambiamento climatico potrebbe causare non solo a questa bevanda, ma a tutti noi.

Una birra dal gusto amaro per mostrare i danni che il cambiamento climatico in futuro potrebbe causare non solo a questa bevanda, ma a tutti noi.

Il birrificio New Belgium Brewing ha lanciato la birra Torched Earth con l’intenzione di mostrare quale sarà il futuro della birra se il cambiamento climatico dovesse continuare ad essere incontrollato. La birra è stata realizzata esclusivamente con gli ingredienti che saranno disponibili in un futuro devastato dal clima, tra cui: acqua contaminata dal fumo, cereali resistenti alla siccità ed estratti di luppolo e tarassaco. (LEGGI anche: Scarti della birra: lo studio che dimostra come riutilizzarli per cibo e carburanti)

“Abbiamo prodotto il futuro della birra” si legge nell’etichetta della lattina, e conoscendo gli ingredienti capiamo perché ha un sapore disgustoso. L’azienda statunitense ha dichiarato che la birra sarà l’ultima delle nostre preoccupazioni in un futuro con una grave crisi climatica, ma per evitare situazioni estreme bisogna agire adesso.  

Lanciata durante la Giornata della Terra, la “birra del futuro” è stata prodotta in un’edizione limitata è può essere acquistata sul sito del birrificio. I profitti delle vendite saranno investiti nei progetti di Protect Our Winters (POW), un’organizzazione no profit che combatte il cambiamento climatico.

Insieme alla birra, l’azienda ha anche lanciato una campagna chiamata Last Call for Climate, che incoraggia le più grandi aziende del paese nordamericano ad adottare un piano a zero emissioni entro il 2030.

“Oltre a Torched Earth, abbiamo lanciato un semplice strumento online attraverso il quale i consumatori possono cercare un’azienda nella lista Fortune 500 e vedere se ha o meno un piano climatico. Nel caso ne fosse sprovvista, possono utilizzare lo strumento stesso per inviare un tweet direttamente all’azienda e chiedergli di crearne uno per il 2030”, spiega Steve Fechheimer, amministratore delegato del birrificio.

Non è la prima volta che il birrificio realizza azioni concrete a favore dell’ambiente. L’anno scorso, la sua birra Fat Tire è stata certificata a emissioni zero e, con l’intenzione di festeggiare ma soprattutto di mettere in luce i costi del cambiamento climatico, per 24 ore ha messo in vendita la confezione da sei ad un prezzo di 100 dollari statunitensi (circa 83 euro).

“Ci aspetta un mondo in cui la birra, insieme a prodotti base come il caffè e il riso, saranno fuori dalla portata di molti statunitensi. Questo a meno che non agiamo collettivamente ora per risolvere la più grande crisi della nostra vita”, si legge sul loro sito.

Vogliamo veramente vivere in un mondo in cui la birra (e non solo) avrà un sapore orribile e costerà tanto?

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