Si trova attualmente allo studio da parte del Governo una tassa sulle bibite gassate che dovrebbe garantire un introito alle casse dell’erario di circa 250 milioni di euro all’anno. E’ ciò che emerge dalle più recenti dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Salute Renato Balduzzi, che nel corso della mattinata odierna è intervenuto ai microfoni della trasmissione mandata in onda attraverso le frequenze di Rai Radio 1 “Radio anch’io”.
Una tassa sulle bibite gassate che garantirebbe alle case dell’erario circa 250 milioni di euro all’anno. Arriva un’ulteriore conferma della sua probabile introduzione dalle recenti dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Salute Renato Balduzzi, che nel corso della mattinata odierna è intervenuto ai microfoni della trasmissione mandata in onda attraverso le frequenze di Rai Radio 1 “Radio anch’io“.
Al momento di tratterebbe di una proposta non ancora definitiva ed aperta dunque ad ulteriori modifiche e trattative. Quella che viene ipotizzata è una tassazione che andrebbe a toccare le bevande gassate e zuccherate, che provocherebbe un aumento di prezzo di circa 3 centesimi di euro per ogni bottiglietta o lattina della capienza di 33 centilitri. Si tratta dunque di un prelievo di entità piuttosto limitata per quanto riguarda l’aumento di prezzo dei singoli prodotti, in ogni caso in grado di garantire allo Stato un introito da non sottovalutare, calcolato sulle abitudini di acquisto dei consumatori italiani.
Si tratterebbe di una tassa che, secondo le parole del Ministro Balduzzi, non sconvolgerebbe l’attuale sistema dei prezzi di vendita né tantomeno arrecherebbe gravi danni o complicazioni ai produttori ed ai consumatori. Quella che è già stata battezzata con la definizione di “tassa sull’aranciata” sarebbe dunque una manovra piuttosto indolore per coloro che non rinunceranno ad acquistare abitualmente bibite gassate o zuccherate.
Tale primo provvedimento, nel caso venisse attuato, potrebbe però rappresentare un primo passo all’interno del lancio di una vera a propria campagna di sensibilizzazione, rivolta in particolare alle famiglie ed ai giovani, sui danni per la salute causate dal consumo eccessivo di bevande assolutamente non indispensabili nel quadro di un’alimentazione corretta ed il cui consumo andrebbe dunque via via limitato.
La nuova proposta relativa alle bevande resta comunque separata dai probabili interventi volti a migliorare l’offerta di snack e merendine, facenti parte del così detto “junk food”, da parte delle industrie alimentari, con particolare riferimento ad una moderazione del loro contenuto di sale, zuccheri e grassi, di cui si era discusso lo scorso aprile, relativamente all’ipotesi di introdurre anche in Italia una tassa sul cibo spazzatura sul modello danese.
Marta Albè
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