Si fa presto a dire succo di frutta! I rappresentanti europei della Commissione Ambiente hanno lanciato oggi una nuova proposta per dare ai cittadini europei la possibilità di avere non solo etichette più trasparenti, ma soprattutto campagne di informazione chiare ed esaustive in tema di succhi di frutta. Ad esempio, qual è la differenza tra un succo di frutta e il nettare di frutta? Bene, se questa proposta troverà un riscontro concreto, la differenza dovrà essere messa in evidenza, anche attraverso delle campagne di comunicazione studiate ad hoc dai singoli Paesi membri dell’UE.
Si fa presto a dire succo di frutta! I rappresentanti europei della Commissione Ambiente hanno lanciato oggi una nuova proposta per dare ai cittadini europei la possibilità di avere non solo etichette più trasparenti, ma soprattutto campagne di informazione chiare ed esaustive in tema di succhi di frutta. Ad esempio, qual è la differenza tra un succo di frutta e il nettare di frutta? Bene, se questa proposta troverà un riscontro concreto, la differenza dovrà essere messa in evidenza, anche attraverso delle campagne di comunicazione studiate ad hoc dai singoli Paesi membri dell’UE.
La proposta lanciata da Andres Perello Rodriguez, deputato spagnolo del partito socialista, prevede di rettificare le regole attuali in tema di succhi di frutta e prodotti derivati, per renderli conformi agli standard del Codex Alimentarius.
Secondo quanto emerge dal report redatto dai parlamentari europei, che hanno condiviso e supportato la proposta di Perello Rodriguez, i consumatori dell’UE – in tema di succhi di frutta –non sono informati come dovrebbero e non conoscono la differenza tra succo di frutta, concentrato di succo di frutta e nettare di frutta; per questo chiedono alla Commissione e agli Stati membri di creare apposite campagne informative per rendere i cittadini consapevoli dei loro acquisti.
Ad esempio, secondo i deputati, per aiutare i consumatori a riconoscere ladifferenza tra un succo e il nettare di frutta (specie per quanto riguarda la quantitàdi zucchero presente nella bevanda), la specifica “senza zuccheri aggiunti” dovrebbe essere ammessa solo per i succhi di frutta che durano massimo 5 anni; d’altro canto la Commissione ha proposto di abolire totalmente la dicitura, perché l’aggiunta di zucchero, in realtà, è vietata per i succhi di frutta e autorizzata soltanto per i nettari.
Tra le proposte dei deputati europei, anche l’ipotesi di dolcificare i succhi con sostanze diverse dallo zucchero e dal miele, purché specificato in modo chiaro sulle etichette. Ma, visti i procedenti in tema di contraffazioni alimentari, succederà davvero?
Verdiana Amorosi