Non avete mai assaggiato il tofu, non siete vegani né vegetariani e forse siete convinti che la soia non sia presente nella vostra alimentazione. Non è così: chi mangia carne, pesce, uova e formaggi in realtà sta assumendo anche della soia. E se si trattasse di soia Ogm?
Non avete mai assaggiato il tofu, non siete vegani né vegetariani e forse siete convinti che la soia non sia presente nella vostra alimentazione. Non è così: chi mangia carne, pesce, uova e formaggi in realtà sta assumendo, molto probabilmente, anche della soia. E se si trattasse di soia Ogm? Inoltre, la soia nascosta minaccia le foreste.
La soia di per sé è un comune legume. Il problema riguarda la coltivazione intensiva di soia nel mondo, con particolare riferimento alla soia Ogm, e il suo utilizzo per la produzione di mangimi per gli animali da allevamento, dai bovini al pollame fino al pesce, all’insaputa dei consumatori.
Chi consuma soia per scelta (ad esempio acquistando tofu e latte di soia) dovrebbe preferire prodotti biologici o comunque garantiti come privi di Ogm. Ma come dovrebbe orientarsi chi assume soia potenzialmente Ogm o legata alla distruzione dell’ambiente, senza saperlo?
I consumatori che assumono soia a propria insaputa mediante i prodotti di origine animale non sarebbero tutelati dall’eventuale presenza, anche minima, di Ogm. Secondo gli ultimi dati disponibili, un cittadino europeo ogni anno consuma in media 61 kg di soia, di cui il 93%, cioè 57 kg, risulta nascosto in carne, pesce e derivati animali.
Forse non sapevate che la quantità maggiore di soia è contenuta nel pollo (100 gr ogni 100 gr di prodotto), seguito dalle uova (35 gr di soia ogni 55 gr), tranci di salmone (59 gr ogni 100 gr), braciole di maiale (51 gr ogni 100 gr), hamburger (46 gr ogni 100 gr) e formaggio (25 gr di soia ogni 100 gr).
Lo rivela un nuovo rapporto di ricerca commissionato dal WWF, che ha lanciato un’infografica interattiva grazie a cui ogni cittadino può scoprire quanta soia consuma al giorno. La maggior parte della soia coltivata nel mondo – esclusa, evidentemente, la soia coltivata secondo l’agricoltura biologica – è Ogm e proprio questa tipologia di soia viene destinata alla produzione di mangimi per gli animali da allevamento più che alla realizzazione di cibi o bevande per l’alimentazione umana.
È questa la questione che dovrebbe preoccupare soprattutto chi consuma prodotti di origine animale provenienti da allevamenti intensivi dove vengano utilizzati mangimi a base di soia. La soia Ogm viene coltivata in Sudafrica, Brasile, Uruguay, Paraguay, Argentina, Cile, Bolivia, Costa Rica, Messico, Stati Uniti e Canada (guarda qui la mappa della coltivazione di Ogm nel mondo).
La coltivazione di soia nel mondo sta occupando anno dopo anno terreni agricoli sempre più estesi. Questa soia coltivata su scala industriale viene convogliata per lo più alla produzione di mangimi per gli animali da allevamento. È così che migliaia di ettari di terreno vengono sfruttati in modo intensivo per produrre mangimi per gli animali, quando invece potrebbero servire per coltivare legumi, ortaggi e cereali da destinare direttamente all’alimentazione umana.
“La maggior parte dei consumatori europei non ha idea di quanta soia sia contenuta nella carne, nei latticini, nelle uova e nei pesci di allevamento che consuma ogni giorno” – spiega Sandra Mulder, responsabile del gruppo di lavoro sulla soia del Wwf – “Ancora minore è la consapevolezza di quanto la soia ‘nascosta’ abbia avuto un impatto devastante su alcuni dei più preziosi ecosistemi del mondo, come l’Amazzonia, il Cerrado e il Gran Chaco”.
Il WWF chiede dunque alle aziende europee che acquistano soia o prodotti derivati da animali allevati con la soia di rifornirsi soltanto di soia coltivata in modo responsabile oppure di soia non Ogm. La coltivazione di soia, soprattutto in Sud America, avviene a spese dei terreni agricoli, dell’ambiente e delle comunità dei lavoratori locali.
Tramite la piattaforma del WWF i consumatori europei possono agire direttamente e contattare supermercati preferiti, fast food e aziende per chiedere loro di rifornirsi esclusivamente di soia “responsabile” prodotta secondo gli standard della Round Table for Responsible Soy, oppure di soia non Ogm.
Avreste mai pensato che un onnivoro potrebbe consumare molta più soia di un vegetariano o di un vegano? E che questa soia potrebbe essere Ogm?
Scopri qui quanta soia “nascosta” consumi ogni giorno (#hiddensoy).
Marta Albè
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