Una delle espressioni più autentiche e tanniniche che la regione Umbria ha da offrire è il Sagrantino DOCG, un rosso sontuoso e avvolgente
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Una delle espressioni più autentiche e tanniche che la regione Umbria ha da offrire è il Sagrantino DOCG, un rosso sontuoso e avvolgente
Il Sagrantino è un fiore all’occhiello che l’Umbria mostra con orgoglio. Questo vino proviene però più precisamente dal borgo di Montefalco che oltre ad essere uno dei borghi più belli della nostra penisola, è famoso per essere la terra di due eccellenze enogastronomiche umbre: i pregiati Sagrantino e Rosso di Montefalco.
In questo borgo e nelle regioni limitrofe, tantissimi anni fa è nato questo straordinario vitigno autoctono estremamente legato al suo terroir. Il Sagrantino non può infatti mancare nella produzione dei migliori vini regionali, avendo una storia molto antica che il suo nome ci anticipa.
Storia del Sagrantino DOCG
Tante sono le leggende che si raccontano sull’origine misteriosa del Sagrantino, ceppo che costituisce oggi uno degli oltre 350 vitigni autoctoni presenti in Italia.
Secondo gli abitanti di Montefalco quest’uva sarebbe giunta nel nostro paese dall’Asia minore grazie ai monaci bizantini o ai frati francescani ed il vino prodotto da queste bacche scurissime sarebbe poi stato utilizzato nelle cerimonie religiose come vino da messa. Il nome deriverebbe per l’appunto da sacrestia o sagrestia, rimarcando il pregio di questo vino che iniziò ad essere commerciato nel Medioevo; intorno all’anno 1200 si hanno le prime notizie.
È interessante notare come in Storia Naturale Plinio il Vecchio si riferisca ad un vitigno tipico della zona che corrisponde oggigiorno all’Umbria con l’appellativo uva Itriola che secondo altri sarebbe l’antico nome del Sagrantino o comunque un suo antenato.
Nel 1979 il Sagrantino è divenuto DOC e dal 1992 questo vino ha ottenuto un proprio disciplinare, acquisendo il marchio DOCG sia per il secco che per il passito in riferimento ad un vino in purezza, le cui uve che devono essere coltivate unicamente nelle zone di Montefalco e nei comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria. Il decreto del 2002 del Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha limitato l’utilizzo del nome Sagrantino unicamente al Montefalco Sagrantino DOCG.
Caratteristiche del Sagrantino DOCG
Il Sagrantino DOCG è un vino pieno ed imponente, le cui bacche sono di un rosso violaceo che tende quasi al nero. Si tratta infatti di uno dei vitigni più tannici del mondo e ciò conferisce al prodotto finale un intenso color viola scuro e una grande potenzialità. È un vino straordinariamente complesso che viene sottoposto ad almeno 30 mesi di invecchiamento, di cui 12 in barrique, e un periodo di affinamento in bottiglia di minimo 4 mesi.
Il Sagrantino DOCG è un rosso secco caldo al palato, morbido, ma allo stesso tempo possente. Il bouquet è fruttato e presenta aromi persistenti di prugna e mora, nonché di altri frutti rossi. Molto eleganti sono i sensori di vaniglia che il vino acquisisce grazie al legno della botte che si mescolano a note più forti come cuoio o tartufo.
Questo vino, per via dei suoi tannini, si abbina perfettamente a piatti opulenti come lo stufato di cinghiale, ma anche primi piatti con tartufo e persino a dessert a base di cioccolato. I tannini sono infatti molte marcati, ma per nulla aspri e conferiscono al vino una morbidezza molto versatile.
Il Sagrantino DOCG è considerato il vino più pregiato dell’Umbria e proprio per la sua grande capacità di invecchiamento può essere conservato come vino secco anche per 15 anni, migliorando i sapori e gli aromi. Il Sagrantino DOCG può essere prodotto anche come passito. In questo caso i grappoli delle uve vengono vengono fatti appassire per alcuni mesi e la concentrazione tannica aumenta. La versione passita è dolce grazie all’appassimento dell’uva ed i suoi profumi e sapori sono molto più maturi del rosso secco e ricordano una marmellata con note di cannella.
Cantine più sostenibili del Sagrantino DOCG
In Umbria vi sono tanti cantine, sia moderne che di vecchie generazioni, che producono questo vino in pieno rispetto dell’ambiente, ma per la loro sostenibilità si distinguono in particolare:
- Azienda Lungarotti, che oltre ad essere presente in altre zone umbre, ha una tenuta a Montefalco, dove produce il suo Sagrantino DOCG. L’azienda Lungarotti è da tempo orientata ad una viticoltura ecosostenibile che, oltre ad utilizzare irroratrici di recupero per diminuire gli sprechi in campagna, vanta pannelli fotovoltaici sui tetti della cantina, un sistema di recupero dell’acqua delle vasche di fermentazione ed un packaging ecologico e sostenibile che ha consentito di ridurre l’emissione di CO2. Collabora inoltre con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia nel progetto “Meteowine” volto a fornire a viticoltori e agricoltori previsioni metereologiche precise ed attendibili a 3-4 giorni.
- Arnaldo Caprai che si trova sempre a Montefalco. La cantina che ha ottenuto dal 2019 la certificazione Equalitas, il principale standard italiano della sostenibilità della filiera del vino. Sostenibilità ambientale, ecologica e non per ultimo sociale sono i pilastri su cui la cantina fa forza per creare il giusto equilibrio. L’azienda ha adoperato inoltre il primo prototipo di macchina per i trattamenti in vigneto a recupero di prodotto per zone collinari che per via dei loro pendii, come è facile immaginare, sono più difficili da coltivare rispetto alle aree pianeggianti. L’introduzione di questi macchinari ha consentito una riduzione di oltre il 50% del consumo di fitofarmaci, abbattendo la deriva e la caduta a terra del prodotto.
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