Quinoa: il suo successo ha reso la coltivazione insostenibile?

Qinoa. La coltivazione della quinoa è davvero sostenibile? Il 2013 è l’Anno Internazionale della Quinoa, un alimento in chicchi, simile ad un cereale, che fino a poco tempo fa era noto esclusivamente alle popolazioni andine. La popolarità della quinoa negli ultimi tempi si è diffusa in gran parte del mondo. Il merito è delle sue proprietà nutrizionale e dei suoi benefici per la salute.

La coltivazione della quinoa è davvero sostenibile? Il 2013 è l’Anno Internazionale della Quinoa, un alimento in chicchi, simile ad un cereale, che fino a poco tempo fa era noto esclusivamente alle popolazioni andine. La popolarità della quinoa, negli ultimi tempi, ha raggiunto gran parte del mondo. Il merito è delle sue proprietà nutritive e dei suoi benefici per la salute.

La quinoa contiene infatti tutti i 9 amminoacidi essenziali al corretto funzionamento del nostro organismo. Il suo apporto proteico è superiore a quello del riso o del grano, caratteristica che la rende un alimento utile per variare la dieta. La quinoa è nutriente, poco calorica e priva di glutine. Non a caso, ha costituito per secoli uno degli alimenti principali per gli abitanti delle Ande.

Ora che l’impiego della quinoa in cucina ha varcato i confini sudamericani, la domanda di acquisto dei suoi chicchi è cresciuta. Si teme che un incremento della sua coltivazione possa provocare effetti negativi sullo stile di vita delle popolazioni locali, sebbene la produzione della quinoa sia solitamente inserita in circuiti fair trade.

Il maggior timore in proposito è stato espresso di recente tra le pagine di The Guardian, con un articolo mirato alla ricerca della “verità” sulla quinoa e sul suo “retrogusto amaro”. Grazie al potere del marketing, la quinoa non è più un prodotto di nicchia, reperibile soltanto nelle botteghe del commercio equo e nei negozi del biologico, ma un alimento ormai molto popolare, diffuso anche nei supermercati.

Dal 2006 ad oggi il prezzo della quinoa è triplicato. I consumatori sono disposti a pagare di più per un alimento benefico ed “esotico”, ma quanto guadagnano realmente i contadini che si occupano della sua coltivazione? Stiamo forse sfruttando il lavoro degli agricoltori locali e i loro terreni?

I pareri in merito sono numerosi e comprendono le voci di chi sostiene – con amara ironia – che proprio grazie alla coltivazione della quinoa le popolazioni sudamericane saranno ora in grado di migliorare il proprio stile di vita, soprattutto grazie alla crescita delle esportazioni di questo alimento verso i Paesi esteri.

coltivazione quinoa

fonte foto: organicroad.com.au

Con maggiori quantità di denaro a disposizione, i contadini locali tenderebbero a variare la propria alimentazione, acquistando a propria volta alimenti provenienti dall’estero. Mentre noi “occidentali” desideriamo nutrirci di quinoa, le popolazioni andine rischiano di dimenticare l’alimento base della dieta dei loro predecessori e di trascurarne i benefici. Vi è forse il rischio che le popolazioni andine perdano la propria autenticità?

Il boom della produzione di quinoa potrebbe trasformarsi in una possibilità di arricchimento per pochi e in una falsa speranza di riscatto economico per le popolazioni locali. L’intero processo dovrebbe essere posto sotto controllo per evitare speculazioni e per proteggere gli agricoltori impegnati ogni giorno nel duro lavoro dei campi. Quando acquistiamo la quinoa, dunque, affidiamoci a circuiti fair trade sicuri, che garantiscano un reale rispetto dell’ambiente e dei coltivatori.

Fonte foto: guardian.co.uk

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