L’Europa dice sì al Prosek croato, trema il prosecco made in Italy

La Commissione europea dà via libera alla pubblicazione sulla GU Ue della domanda di registrazione della menzione tradizionale Prosek croato.

La Commissione europea ha dato il via libera alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della domanda di registrazione della menzione tradizionale Prosek, vino locale croato. Una decisione che potrebbe trarre in inganno i consumatori e danneggiare il vino Made in Italy

Non si arresta l’iter per il riconoscimento del cosiddetto Prosek: il Commissario europeo all’agricoltura Wojciechowsk ha infatti dato il suo assenso alla pubblicazione sulla Gazzetta Ue della domanda di registrazione della menzione tradizionale del vino locale croato.

Un sì che non piace a molti, che mina il nostro Prosecco (tra l’altro il vino italiano più copiato nel mondo) e che arriva proprio alla vigilia della vendemmia, fissata per metà settembre nella zona di Conegliano per poi raggiungere i territori eroici verso la Valdobbiadene intorno alla fine del mese.

E non solo: la decisione cade a pochi giorni dalla storica sentenza della Corte di Giustizia Ue che si è pronunciata chiaramente contro l’utilizzo di termini storpiati o grafiche per richiamare tipicità protette dalle norme europee.

Ma la Commissione europea ha valutato “la conformità ai requisiti di ammissibilità e validità” della “domanda di protezione della menzione tradizionale Prosek presentata dalla Croazia” e “procederà ora alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea”. 

Trema così il Made in Italy: la somiglianza tra i nomi Prosek e Prosecco potrebbe infatti trarre in inganno i consumatori e danneggiare il nostro vino.

In ogni caso, prima del riconoscimento finale del vino Igp, la Commissione analizzerà le eventuali obiezioni ricevute e adotterà una decisione finale sulla domanda tenendo conto di tutti gli elementi a sua disposizione.

Intanto, sugli scaffali dei supermercati la Coldiretti ha smascherato il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi, mentre in commercio sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova, mentre in Brasile, nella zona del Rio Grande, diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.

Anche per questo, la decisione della Commissione Europea è un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazione dai falsi. Dopo la pubblicazione in Gazzetta – riferisce la Coldiretti –  tutte le parti interessate disporranno di un termine di due mesi a decorrere dalla data di pubblicazione per presentare un’obiezione motivata che la Commissione analizzerà prima di adottare una decisione finale.

falso prosecco

@Coldiretti

Il Prosek croato, ricordiamolo, è un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia per il quale Zagabria aveva già chiesto invano di registrare una “menzione tradizionale” nel 2013.

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Fonte: Commissione europea

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