I prodotti bio hanno davvero un gusto migliore o è solo questione di etichetta?

Gli alimenti bio hanno davvero un gusto migliore? Chiunque abbia assaggiato gli ortaggi coltivati nel proprio orto senza ricorrere a pesticidi o fertilizzanti, conosce bene la differenza di gusto rispetto a quanto acquistato al supermercato. Secondo uno studio recente, però, la consapevolezza di gustare un alimento naturale, etichettato come biologico, potrebbe ingannare le nostre papille gustative.

Gli alimenti biologici sono più buoni solo nella nostra testa o hanno davvero un gusto migliore? Chiunque abbia assaggiato gli ortaggi coltivati nel proprio orto senza ricorrere a pesticidi o fertilizzanti, conosce bene la differenza di gusto rispetto a quanto acquistato al supermercato. Secondo uno studio recente, però, la consapevolezza di gustare un alimento naturale, etichettato come biologico o fair-trade, potrebbe trarre in inganno le nostre papille gustative.

Sarà davvero così? La mostra mente e le informazioni che abbiamo a disposizione sul cibo che stiamo per assaggiare possono davvero influenzare le nostre papille gustative? Secondo una ricerca condotta in Svezia, ciò potrebbe accadere nel caso del caffè o di altri prodotti bio. Proprio su questa bevanda i ricercatori hanno svolto lo studio in questione.

Gli esperti hanno chiesto ad un gruppo di volontari di gustare due normali tazze di caffè, dicendo loro che una delle due bevande risultava di provenienza biologica. Le due tazze di caffè erano identiche e nessuna delle due conteneva caffè bio. Eppure i partecipanti avrebbero dichiarato che il caffè che credevano fosse di provenienza biologica vantava il gusto migliore.

Il problema non riguarderebbe tanto un confronto di sapori tra prodotti biologici e convenzionali, ma la capacità delle etichette apposte sugli alimenti di influenzare il nostro senso del gusto e il nostro atteggiamento verso il cibo. Le consapevolezza di assaporare un prodotto naturale, a parere degli esperti, potrebbe alterare le nostre aspettative riguardo al gusto.

I ricercatori si chiedono se le etichettature dei prodotti in vendita nei negozi, che risultino marchiati come biologici o provenienti dal commercio equo, siano in grado di influenzare le nostre scelte alimentari e di acquisto, fino alla nostra capacità di avvertire i sapori in modo realistico.

eco non eco

Eppure, le differenze di sapore tra prodotti convenzionali e biologici, o comunque naturali, esistono eccome, e molti consumatori le avranno di certo avvertite. L’utilizzo di pesticidi e i metodi di conservazione, unitamente alle distanze più o meno lunghe percorse dai prodotti durante il trasporto, potrebbero condurre a risultati di gusto differenti.

Ed è proprio in base alle qualità organolettiche migliori dei prodotti biologici che molte persone sono disposte a spendere un po’ di più per acquistarli – guadagnando anche in salute, poiché grazie alla spesa bio si evitano i pesticidi. Fermo restando, in ogni caso, che i prodotti bio non sempre sono più costosi di altri e che anche in questo caso è possibile risparmiare, ad esempio rivolgendosi direttamente a contadini di fiducia o coltivando il proprio orto.

Per quanto riguarda lo studio svedese, anche se il caffè biologico non dovesse presentare un gusto migliore rispetto al caffè convenzionale, i vantaggi sarebbero ben altri e molto più importanti: divieto dell’impiego di pesticidi per la sua coltivazione (assenza di eventuali residui nella bevanda) e rispetto dei diritti dei lavoratori nel caso di caffè proveniente dal commercio equo.

Lo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Gavle è stato pubblicato sulla rivista PlosOne con il titolo di “Who Needs Cream and Sugar When There Is Eco-Labeling? Taste and Willingness to Pay for “Eco-Friendly” Coffee”.

Marta Albè

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