Un'indagine condotta su 95 prodotti vegetali alternativi alla carne mostra come spesso siano ricchi d'acqua e addittivi piuttosto che proteine
Tante persone nel corso di questi ultimi anni sono passate ad una dieta vegetariana o vegana e, per questo, sul mercato abbiamo visto comparire sempre più numerose le opzioni 100% vegetali anche per quanto riguarda hamburger e polpette. Ma si tratta di prodotti sani e validi? Per scoprire questo un’indagine francese ha valutato 95 referenze.
L’indagine su polpette e hamburger vegetariani che si trovano comunemente al supermercato è stata condotta dall’associazione francese Consommation, logement et cadre de vie (CLCV). Gli esperti hanno cercato di rispondere alle seguenti domande: cosa cosa contengono davvero? Da dove vengono gli ingredienti utilizzati? Sono un’alternativa sana come sembra?
Per trovare le risposte sono stati esaminati 95 prodotti di diverso genere: polpette, bistecche, salsicche, crocchette o cordon-blue, tutti rigorosamente senza carne ma realizzati con soia o cereali.
Di ogni prodotto è stata studiata la composizione, il profilo nutrizionale e l’origine degli ingredienti vegetali.
I risultati
Il profilo nutrizionale dei prodotti è risultato complessivamente buono tanto che l’83% del campione ha un punteggio Nutri-Score A o B. Spesso, però, tali indicazioni non sono ben visibili in etichetta e per questo il CLCV invita produttori e distributori a esporre il Nutri-Score per consentire “un rapido confronto delle qualità nutrizionali dei prodotti”.
Uno dei problemi riscontrati nell’indagine riguarda la presenza di acqua e additivi. Gli ingredienti vegetali con cui sono realizzati tali prodotti, infatti, sono in proporzione variabile dal 53% al 30% e nella lista compaiono anche, quasi sempre, additivi, acqua, spezie e grassi.
Gli ingredienti di origine vegetale rappresentano in media solo il 39% della ricetta e come viene evidenziato nei risultati dell’indagine:
“Più della metà dei prodotti nel nostro studio contiene l’acqua come ingrediente principale. Nel dettaglio, la categoria che abbiamo chiamato “imitazione della carne” è quella più interessata (72%), poi i prodotti impanati (67%) e infine le frittelle di verdure (31%).”
Gli ingredienti vegetali, tra l’altro, sono spesso sotto forma di farina, fiocchi reidratati o altro ma sempre in qualche modo lavorati e industriali.
Per quanto riguarda gli additivi, CLCV sottolinea che 8 prodotti su 10 ne contengono almeno uno.
“Questo può sembrare sorprendente per prodotti che hanno un’immagine sana ma che sono comunque ultra elaborati!” commenta giustamente l’associazione Nazionale per la Difesa dei Consumatori.
La maggior parte degli additivi utilizzati sono texturizzanti (64%), aromi (23%) e coloranti (3%). Il restante 9% sono additivi vari: acidificanti, antiagglomeranti, antiossidanti. I testurizzanti sono ampiamente utilizzati per far avvicinare il prodotto il più possibile alla consistenza di una bistecca di carne.
I prodotti biologici contengono in media meno additivi rispetto a quelli non biologici, principalmente testurizzanti, nessuno utilizza invece aromi o coloranti.
C’è poi il discorso della materia prima con cui sono realizzati questi prodotti, che interessa sempre di più i consumatori. In questo caso molte referenze sono preparate utilizzando soia e il CLCV mostra in un’infografica la percentuale di provenienza di questo legume che per il 60% è sconosciuta.
L’indagine evidenzia inoltre che a costo maggiore non equivale maggiore qualità. Proprio i prodotti più cari, infatti, avevano punteggi peggiori sia in fatto di valori nutritivi che di qualità degli ingredienti vegetali utilizzati.
In conclusione il CLCV suggerisce:
“di essere molto attenti, di decifrare la lista degli ingredienti e di confrontare i prezzi al chilo. Sono prodotti da consumare saltuariamente”
Considerando tutto questo, ma già lo sapevamo, è preferibile preparare in casa le proprie alternative vegetali alla carne. Potete prendere spunto dai seguenti articoli:
Fonte: Consommation, logement et cadre de vie
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