Tonnellate di pesce contaminato: maxi sequestro in 6 paesi europei (Italia compresa)

Un'azione congiunta delle forze dell'ordine di alcuni paesi europei (tra cui anche l’Italia) è riuscita a smantellare un’organizzazione criminale che vendeva pesce pescato illegalmente, contaminato e stoccato senza le dovute condizioni igieniche. Disposto di conseguenza un maxi sequestro di ben 30 tonnellate di potenziale cibo che è stato prontamente distrutto, evitando che finisse sulle tavole di ignari consumatori.

Un’azione congiunta delle forze dell’ordine di alcuni paesi europei (tra cui anche l’Italia) è riuscita a smantellare un’organizzazione criminale che vendeva pesce pescato illegalmente, contaminato e stoccato senza le dovute condizioni igieniche. Disposto di conseguenza un maxi sequestro di ben 30 tonnellate di potenziale cibo che è stato prontamente distrutto, evitando che finisse sulle tavole di ignari consumatori.

Un’azione che ha coinvolto 6 paesi Ue (Romania, Spagna, Francia, Italia, Ungheria e Portogallo) ha permesso di arrestare i componenti di una rete criminale coinvolta nella pesca illegale in acque contaminate, accusata anche di evasione fiscale e riciclaggio di denaro sporco.

Il pesce contaminato è stato immagazzinato e trasportato in diversi paesi dell’Ue in condizioni improprie e non igieniche e poi venduto ad alcune società rumene. Per questo 13 persone sono state arrestate, mentre 11 risultano le imbarcazioni confiscate. Eurojust (The European Union’s Judicial Cooperation Unit) ha coordinato l’azione facilitando lo scambio di informazioni in tempo reale tra i vari paesi interessati.

L’operazione denominata Glanis (dal nome scientifico del pesce gatto, silurus glanis)è iniziata nelle province spagnole di Huesca e Saragozza, dove i membri del gruppo criminale pescavano di notte usando metodi illegali come l’elettricità. È vietato mangiare pesce gatto prelevato dalle acque spagnole in quanto la specie invasiva è considerata inadatta al consumo umano. Questi uomini senza scrupolo, però, se ne infischiavano dei divieti e dei possibili rischi per la salute umana, attenti solo al loro profitto.

pesce contaminato

I pesci ricavati, poi, sono stati trasferiti in furgoni non idonei per il trasporto ittico e stoccati in magazzini industriali dove sono stati pesati, puliti e imballati senza alcun tipo di controllo sanitario. È evidente il pericolo per i consumatori che rischiavano di mettere in tavola tali pesci che, tra l’altro, come ha svelato la polizia spagnola, erano stati anche puliti con candeggina per mascherare l’odore del marciume.

pesce contaminato1

I pesci contaminati sono stati venduti a società rumene, create appositamente  come società di commercializzazione di pesce “fantasma”. Avevano infatti i permessi di pesca e i codici IVA, ma non le autorizzazioni sanitarie obbligatorie per gli scambi intracomunitari di prodotti di origine animale. Come si legge sul comunicato Eurojust:

“Hanno usato fatture false e altri documenti falsificati per rivendere il pesce in Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Portogallo e Romania, raccogliendo ingenti profitti illeciti, anche evadendo le tasse e riciclando denaro”

Per arrivare ad arrestare il gruppo criminale, sono serviti mesi di ricerche e l’impiego di 850 agenti di polizia tra cui la Guardia di Finanza italiana, la Policía Nacional spagnola e la Gendarmeria nazionale francese.

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