Pera volpina: il frutto dimenticato da riscoprire prima che sparisca

Pera Volpina: scopri la storia, le caratteristiche e i sapori autentici di questo frutto dimenticato, simbolo della tradizione contadina italiana, da riscoprire prima che sparisca

Oggi vogliamo parlarvi della pera volpina, un frutto che come le giuggiole e il corbezzolo fa parte dei cosiddetti frutti dimenticati che la Natura ci mette a disposizione in autunno. È il frutto del pero volpino, albero longevo e rustico dalle origini molto antiche che in Romagna, terra di cui questo cultivar è originaria, veniva posto a sostegno delle viti e tutt’ora è possibile trovarlo nei vigneti.

La pera volpina è un frutto piccolo e rotondeggiante, con una buccia spessa e ruvida di colore marrone-rossastro o verde scuro, spesso coperta da una leggera peluria. La polpa è compatta e granulosa, molto più soda rispetto alle pere comuni. A causa della sua consistenza dura e del sapore astringente, la pera volpina non è adatta al consumo fresco; per gustarla al meglio, deve essere cotta, spesso al forno o bollita, magari accompagnata da un po’ di vino rosso o zucchero.

Storia e tradizione della pera volpina

La coltivazione della pera volpina risale a secoli fa, quando rappresentava una risorsa importante per le popolazioni rurali. È una pianta estremamente resistente, capace di prosperare in terreni poveri e difficili, e che richiede poche cure. Le pere volpine erano spesso raccolte in autunno e conservate per l’inverno, quando venivano utilizzate per preparare dolci, composte, o semplicemente cotte al forno come dessert.

Nella tradizione contadina, la pera volpina ha sempre rappresentato un alimento prezioso durante i periodi di scarsità, grazie alla sua lunga conservabilità e alla sua capacità di mantenere intatte le proprietà nutritive anche dopo mesi dalla raccolta. Ancora oggi, in alcune zone dell’Appennino, è possibile trovare alberi di pere volpine spontanei o coltivati per passione, testimoni silenziosi di una tradizione che rischia di andare perduta.

Caratteristiche della pera volpina

Questo frutto antico, in passato cresceva spontaneamente e ha rappresentato per molto tempo un mezzo di sostentamento delle popolazioni montane ma anche preda ambita dalle volpi, di qui il nome buffo di pera volpina. L’aspetto di questa pera di piccola pezzatura (circa 80 g – 100g) non è particolarmente accattivante: la forma è rotondeggiante, un po’ schiacciata, la buccia di colore verde ma rugginosa.

La polpa è bianca, croccante, granulosa e molto dura, tanto che anche quando giunge a maturazione si preferisce mangiarla cotta. Il sapore è deciso, aspro e tannico rispetto alle altre varietà di questo frutto. A livello nutrizionale, è povera di zuccheri e di calorie ma ricca di vitamine e sali minerali, ma soprattutto di fibre.

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Per le sue caratteristiche non si presta molto per il consumo a crudo, in genere infatti, come tutti i frutti dimenticati, sa farsi apprezzare in conserva oppure cotta con del vino rosso e aromatizzata con cannella e chiodi di garofano. Se volete provarla, dovete recarvi nelle sagre locali e nelle manifestazioni tipiche che valorizzano i frutti dimenticati, poiché nelle grandi distribuzioni, essendo frutti di scarsa rilevanza per la grossa fetta del mercato è impossibile trovarla. Una volta acquistata, potete conservarla a temperatura ambiente per tutto il periodo invernale.

Ricette tradizionali con la pera volpina

Uno dei modi più semplici e antichi per gustare la pera volpina, tramandato dalle famiglie contadine delle zone montane, è quello di cucinarla con le castagne. Le pere e le castagne vengono lessate insieme in acqua aromatizzata con foglie di alloro, creando un piatto rustico ma ricco di sapore, perfetto per i mesi autunnali e invernali.

Un’altra preparazione classica sfrutta l’abbondanza di vino rosso, come il Sangiovese, tipico dell’Emilia-Romagna. In questa ricetta, le pere volpine vengono cotte in pentola o al forno, immerse in un mix di vino rosso, un po’ d’acqua, zucchero e spezie come cannella e chiodi di garofano. La cottura lenta, di circa un’ora, permette al liquido di ridursi, trasformandosi in uno sciroppo denso e aromatico che avvolge la frutta, rendendola morbida e profumata, ideale da servire come dessert.

La pera volpina nel Savòr romagnolo

La pera volpina è anche uno degli ingredienti principali del savòr, una confettura tradizionale della Romagna, preparata con mosto cotto e frutta locale. Questo composto denso e profumato unisce, oltre alle pere volpine, mele cotogne, fichi secchi, noci, mandorle, bucce d’arancia e pezzi di melone. Il savòr è solitamente servito in abbinamento al formaggio di fossa, un’altra specialità tipica romagnola, creando un perfetto equilibrio tra dolcezza e sapidità.

Grazie alla sua versatilità e al suo sapore unico, la pera volpina è un frutto che, seppur dimenticato, può ancora trovare spazio sulle nostre tavole, diventando protagonista di piatti semplici e genuini, ma ricchi di storia e tradizione.

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