Per questa Pasqua, salviamo agnelli e capretti evitando di mangiarne la carne. Ecco alcune idee per il menu vegan
Sacrificati in nome di una tradizione che li vede vittime di sontuosi pasti organizzati per festeggiare le ricorrenze pasquali. Sono le 900 migliaia di agnelli e capretti che in questo periodo, dopo essere stati strappati piccolissimi dalle loro mamme e trasportati in massa su camion per lunghi tratti, senza sosta, senza cibo ed acqua. Alcuni muoiono durante il viaggio, gli altri vengono uccisi barbaramente nei macelli. Succede ogni anno. Ma l’alternativa c’è ed è quella di scegliere di non mangiare la loro carne.
Questa “strage silenziosa che ogni anno balza in avanti nei periodi di dicembre, marzo e aprile, momenti clou delle festività e delle ricorrenze religiose, con una produzione maggiormente presente nelle regioni del Centro-Sud e soprattutto in Sardegna“, spiega la Lav, può essere infatti evitata se si sceglie un menu vegan alternativo. Come quello ideato dallo chef Giuseppe Capano e consultabile, disponibile sul sito www.cambiamenu.it, con tante idee “per tutti i gusti” per ricordare che è possibile celebrare la Pasqua senza esseri viventi nel piatto.
“Scegliere un’alimentazione veg e portare a tavola i legumi, i cereali, la verdura fresca di stagione, è la ricetta migliore per celebrare le tradizioni, ma anche una cura preventiva per la nostra salute e senz’altro un modo sicuro per salvaguardare il nostro pianeta, se consideriamo che il 18% delle emissioni di Co2 è dovuto agli allevamenti“, spiega Paola Segurini, responsabile Lav Settore Vegetarismo. Ecco perché dire no alla strage degli innocenti.
Eppure, anche quest’anno un milione di giovani animali verranno uccisi in modo atroce, dissanguati e fatti a pezzi e i loro cadaveri verranno venduti a caro prezzo, rendendo responsabile di questa strage e di queste sofferenze coloro che la acquisteranno. Naturalmente il discorso vale per ogni periodo dell’anno, ma non festeggiate la Pasqua mangiando agnelli e capretti, non rendetevi complici di una tradizione crudele e superata, che non ha alcun fondamento in prescrizioni religiose. Perpetrando questa anacronistica usanza, toglierete la vita ad animali in tenera età, ancora lattanti, di cui forse non tutti conoscono l’estrema dolcezza, intelligenza e vitalità.