Addio data di scadenza nelle bottiglie di olio d’oliva, la Camera ha dato il via libero definitivo alla norma che favorisce lo smaltimento delle vecchie scorte.
Addio data di scadenza nelle bottiglie di olio d’oliva, la Camera ha dato il via libero definitivo alla norma che favorisce lo smaltimento delle vecchie scorte.
Viene recepita così una legge europea che consente tra le altre cose, anche la vendita dell’olio extravergine di oliva con un termine di conservazione superiore ai 18 mesi previsti finora dalla legislazione italiana.
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208 voti a favore dell’eliminazione dell’indicazione in etichetta della data di scadenza che sarà adesso sostituita da “consumarsi preferibilmente entro..”. Una soluzione salutata male da associazioni di categoria secondo cui, la normativa italiana era l’unica a garantire la qualità dell’olio.
Quindi se da un lato, la nuova legge prevede pene più severe nel punire le frodi mantenendo il reato penale di frode in commercio, sanzionando le violazioni che riguardano imballaggi e la scarsa informazione sulla categoria dell’olio, dall’altro abolisce la cromatura differente delle etichette delle miscele di oli comunitari per distinguerli da quelli made in Italy, a favore di un’indicazione stampata con inchiostro indelebile.
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Dopo l’invasione delle produzioni straniere, secondo la Coldiretti è assurdo togliere la data di scadenza. Migliaia di agricoltori hanno ribadito il loro dissenso contro questa norma che minaccia l’agricoltura italiana.
“Di fatto si tratta di una norma che favorisce lo smaltimento di olio vecchio e fa invece venir meno una importante misura di salvaguardia per il consumatore, poiché numerosi studi hanno dimostrato che con il tempo l’olio di oliva modifica le proprie caratteristiche. Con l’invecchiamento l’olio comincia a perdere progressivamente tutte quelle qualità organolettiche che lo caratterizzano (polifenoli, antiossidanti, vitamine) e che sono alla base delle proprietà che lo rendono un alimento prezioso per la salute in quanto rallentano i processi degenerativi dell’organismo, spiega Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti.
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Secondo la Coldiretti, è necessario mantenere il termine minimo di conservazione, prevedendo una possibilità di deroga solo qualora il produttore adotti ulteriori accorgimenti per la conservazione organolettica del prodotto, da riportare in etichetta. Sarebbe importante introdurre l’obbligo dell’indicazione in etichetta dell’annata della raccolta.
“Un danno per i consumatori ed i produttori in un Paese come l’Italia che è il primo importatore mondiale di olio di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri” afferma Moncalvo denunciando che “il recente via libera finale all’accordo che comprende anche la quota aggiuntiva per l’importazione senza dazi nella Unione Europea di 35.000 tonnellate in più l’anno di olio d’oliva tunisino è una scelta sbagliata che non aiuta i produttori tunisini, danneggia quelli italiani ed aumenta il rischio delle frodi a danno dei consumatori”.
Chi ci guadagna? Moncalvo non ha dubbi: “le grandi multinazionali che hanno già avuto dall’Unione Europea un regalo da 110 milioni di euro grazie allo sconto di 1,24 euro a chilo che è stato concesso con il nuovo contingente agevolato di 35 milioni di chili dalla Tunisia va ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi “agevolati” annuale oltre quota 90mila tonnellate, praticamente pari a tutto l’import in Italia dall’Africa”.
Su Change.org è stata lanciata una petizione per chiedere ai parlamentari italiani in Europa di difendere con azioni concrete e non solo a parole, il made in Italy in Europa.
“Con l’approvazione della normativa europea il Parlamento italiano di fatto approva il commercio di olio vecchio. Inoltre, la stessa normativa europea incide anche sulla trasparenza della filiera, cancellando la evidenza cromatica sull’etichetta, che attualmente distingue gli oli comunitari da quelli made in Italy.
Questo passo indietro da parte del Parlamento italiano costituisce un danno incalcolabile per i produttori di olio italiano, e ovviamente anche per i consumatori: l’olio extravergine di oliva conserva le sue proprietà se consumato entro i 18 mesi dall’imbottigliamento”.
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Dominella Trunfio