Non chiamiamoli hamburger se non contengono carne. Lo dice la commissione agricoltura del Parlamento europeo che ha approvato nuove norme, che vieteranno l'utilizzo di nomi utilizzati per piatti a base di carne per alimenti vegetali. Com'era accaduto anche col latte, essi potrebbero cambiare nome
Non chiamiamoli hamburger se non contengono carne. Lo dice la commissione agricoltura del Parlamento europeo che ha approvato nuove norme, che vieteranno l’utilizzo di nomi utilizzati per piatti a base di carne per alimenti vegetali. Com’era accaduto anche col latte, essi potrebbero cambiare nome.
Potrebbero volerci diversi anni prima che il regolamento entri in vigore ma è già successo nel 2017 col latte vegetale. Allora, la Corte di giustizia europea ha stabilito che i prodotti e le bevande a base vegetale come la soia e il tofu non dovrebbero essere venduti come latte, burro o panna.
È stata una vera rivoluzione del mercato dei prodotti alimentari, perché parlare di latte, burro, yogurt o formaggio per i prodotti vegan non è più possibile, visto che questi termini sono riferiti esclusivamente lattiero-caseari.
E per la carne?
Veggie disc, in italiano dischi vegetariani, potrebbe per sostituire la parola hamburger. I produttori di alimenti vegetariani dovranno dunque rivedere i nomi se gli eurodeputati approveranno definitivamente le nuove regole per proteggere i termini usati per la carne.
E non saranno solo gli hamburger di fagioli o quelli di funghi a dover cambiare nome. Salsicce vegane, bistecche di tofu e scaloppine di soia potrebbero cambiare farlo una volta che verranno confermate le revisioni del regolamento sull’etichettatura dei prodotti alimentari.
Che ci sia lo zampino l’industria della carne? Il regolamento è passato con l’approvazione dell’80% dei voti. Le misure saranno ora votate dal Parlamento al completo dopo le elezioni europee di maggio, prima di essere sottoposte agli Stati membri e alla Commissione europea.
L’eurodeputato socialista francese Éric Andrieu, responsabile della supervisione della legislazione, ha affermato che il divieto è solo un “buonsenso”:
“La lobby della carne non è coinvolta. Ha generato un considerevole dibattito tra i gruppi politici e una larga maggioranza ha voluto chiarire le cose. Soprattutto alla luce della storia, della storia che condividiamo, puoi avere una bistecca o un hamburger, non puoi chiamarla qualcos’altro. “
La decisione di proteggere i termini e i nomi relativi alla carne “esclusivamente per parti commestibili degli animali” è stata aspramente criticata da varie associazioni e ONG come Greenpeace e Birdlife, che hanno insistito sul fatto che sarà un duro colpo per il cibo sostenibile. Disco vegetariano infatti suonerebbe meno appetibile rispetto ad hamburger.
Secondo Andrieu, i deputati al Parlamento europeo hanno votato esclusivamente nel migliore interesse del consumatore, anzi, a suo dire il divieto dovrebbe essere considerato un’opportunità per i marchi vegetariani:
“Le persone hanno bisogno di sapere cosa stanno mangiando” ha commentato.
Di certo il problema resta a livello commerciale, per il resto possiamo dire placidamente che noi comuni mortali possiamo continuare a chiamarli come ci pare… Ma come la mettiamo con il burro di cacao? E con il latte alle ginocchia?
LEGGI anche:
Francesca Mancuso