Dalle scuole pubbliche di New York alle mense italiane, quando i menù vegani sono controproducenti

Per un giorno alla settimana, gli studenti di New York mangeranno solo cibi di origine vegetale, Ma le foto dei pasti non ci convincono affatto, l'alimentazione a base vegetale è meglio di così!

Le sane abitudini si adottano sin da piccoli. È con questo spirito che il nuovo sindaco della Grande Mela, Eric Adams, ha lanciato l’iniziativa Vegan Friday: nelle mense delle oltre 1.700 scuole pubbliche di New York, il menù del venerdì sarà completamente vegetale, a base di legumi e verdure.

Ma se l’intenzione era quella di guidare i bimbi verso l’alimentazione vegana, più salutare e più sostenibile per l’ambiente, il risultato ottenuto è stato completamente l’opposto. E la colpa è dei cibi offerti: di scarsa qualità, preconfezionati, dall’apporto nutrizionale scorretto. La dieta a base vegetale è completamente diversa da ciò che si vede nelle foto arrivate dalle scuole di New York, come anche da ciò che viene proposto (purtroppo quasi sempre) nelle mense italiane.

I nuovi menù vegani sono stati introdotti all’indomani delle nuove direttive sugli standard nutrizionali per le scuole pubblicati dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) che entreranno in vigore il prossimo luglio e che contemplano una nuova offerta di alimenti nelle mense scolastiche – più cereali integrali nell’arco della settimana, meno sale nelle preparazioni, minore utilizzo di grassi e aromi artificiali nelle bevande.

Ma la proposta ha attirato su di sé già forti critiche. Il sindaco Adams, che si professa vegano dal 2016 e paladino dell’alimentazione plant-based – anche se i tabloid della capitale lo hanno pizzicato proprio in questi giorni a mangiare pesce in un raffinato ristorante italiano (e non era neanche la prima volta) – ha espresso sui social soddisfazione per la buona riuscita dell’iniziativa che, almeno in teoria, è senza dubbio lodevole.

Purtroppo però, vedendo le foto dei pasti vegani postate sui social da studenti insoddisfatti e genitori delusi, si comprende quanto nella pratica questo progetto fallisca nella sua essenza – ovvero nell’obiettivo di avvicinare i giovani all’alimentazione vegetale: fagioli neri secchi, burritos dall’aria poco invitante (e neanche completamente vegani, poiché fra gli allergeni compariva il latte), sacchetti di patatine, biscotti… insomma, un menù vegano limitato e squallido, lontano anni luce dalla ricchezza di sapori e dalla varietà che offre l’alimentazione vegetale.

Il delicato tema delle opzioni vegetariane e vegane nelle mense scolastiche è molto sentito anche nel nostro Paese, dove al menù plant-based corrisponde una scelta di piatti assai limitata e tutt’altro che invitante (costituito per lo più da tofu, seitan e burger industriali). Se già si parte da una base di discriminazione e intolleranza verso la dieta vegana, non deve stupire se i giovani poi non siano per nulla invogliati a passare ad un’alimentazione vegetale dopo aver assaggiato questi piatti disgustosi.

In quest’ottica si innesta l’iniziativa dell’associazione ambientalista LAV, che ha sfidato i neoeletti sindaci di cinque città italiane (Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli) a contemplare sempre meno pasti a base di carne nei menù di scuole e uffici. Ma non basta promuovere l’alimentazione vegetale se al netto dei fatti i cibi sono scadenti, di scarsa qualità, dall’apporto nutrizionale scorretto: la dieta a base vegetale è completamente diversa da ciò che si vede nelle foto delle scuole di New York, come anche da ciò che viene proposto nelle mense italiane.

Inoltre, le associazioni dei genitori sottolineano che per molti studenti meno abbienti il pasto ricevuto a scuola è l’unica occasione che hanno di mangiare qualcosa di sano e nutriente durante la giornata, pertanto non sono molto favorevoli all’introduzione di piatti vegetali. Ma, anche in questo caso, il problema non è relativo all’alimentazione vegetale, quanto piuttosto alla scelta dei cibi proposti ai piccoli: numerosissimi sono gli studi che dimostrano come la dieta vegana sia completa e adatta a qualsiasi età – presupponendo, ovviamente, la combinazione equilibrata di piatti e di ingredienti.

Le patatine non sono il massimo che l’alimentazione plant-based possa offrire.

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