Mangiare carne non danneggia l’ambiente. Parola di Ecologist

Non si capisce se si tratta di una provocazione, di un’ostentata voglia di andare contro o semplicemente di una verità. Sta di fatto che Simon Fairlie, ex vegetariano, scrittore, ecologista convinto e, soprattutto, caporedattore della rivista ecologista inglese The Ecologist ha dichiarato durante una conferenza stampa di presentazione di un suo ultimo scritto: mangiare carne moderatamente, due volte a settimana, non provoca alcun danno al pianeta”.

Essere vegetariani: eticamente giusto? A livello alimentare sbagliato? Moralmente ineccepibile? Sono infinite le teorie sull’argomento. L’aspetto, però, che non è mai stato messo in discussione è quello dell’impatto ambientale. Sono tanti e diversi gli studi che hanno dimostrato gli effetti negativi sul Piante della produzione di carne in termini di inquinamento, riscaldamento globale e consumo di energia.

Numeri alla mano è stato calcolato che per produrre un chilogrammo di carne bovina emette l’equivalente di 36.4 chilogrammi di anidride carbonica e consuma 169 megajoule di energia, a cui vanno aggiunti alcuni etti di pesticidi e fertilizzanti. Insomma, dieci vegetariani, si è sempre detto, equivalgono ad un “carnivoro” per quanto riguarda l’impatto ambientale.

Ad oggi, sembrerebbe, qualcosa sia cambiato. Non si capisce se si tratta di una provocazione, di un’ostentata voglia di andare contro o semplicemente di una verità. Sta di fatto che Simon Fairlie, ex vegetariano, scrittore, ecologista convinto e, soprattutto, caporedattore della rivista ecologista inglese The Ecologist ha dichiarato durante una conferenza stampa di presentazione di un suo ultimo scritto: mangiare carne moderatamente, due volte a settimana, non provoca alcun danno al pianeta”. Secondo Simon Fairlie bisognerebbe piantarla di credere che solo le scelte vegetariane o vegane siano le risposte utili alla tutela dell’ambiente. Nel suo libro In Meat: A Benign Extravagance afferma: “i sistemi agricoli producono biomassa in surplusche deve essere smaltita. La cosa migliore è dare questo surplus come foraggio agli animali. Questo tipo di allevamento è ecologico e fa bene alla terra. In questo modo io mi sento più ecologista di un vegano“.

Altri punti analizzati dalla tesi dello scrittore sono riscontrabili nell’allevamento di mucche. Le quali, nutrendosi d’erba, eliminerebbero quella in esubero e aiuterebbero a produrne altra più velocemente, favorendo l’ingresso di più ossigeno pulito nell’atmosfera. Lo scrittore britannico passa anche alla denuncia, scrivendo a riguardo degli oli vegetali. Molti di essi oli, secondo i suoi studi, hanno un’impronta di carbonio maggiore rispetto a prodotti derivati da grassi animali. Vorrebbe poi che le fattorie gestissero gli animali con metodi appurati. Se ciò avvenisse, infatti, le colture potrebbero subire un fertilizzo notevolmente migliore.

L’ex vegetariano Fairlie non mette in dubbio che l’eccesso di produzione e l’allevamento degli animali ai fini alimentari siano andati in una direzione storta e abbiano deteriorato la terra. Al tempo stesso, però, se si rispettassero gli standard e i parametri esatti, il consumo di carne non solo non inciderebbe negativamente sul pianeta, ma addirittura lo migliorerebbe.

Ovvio, mangiare carne è un omicidio. Questa idea proposta non vuole andare a ledere la moralità della questione. È un solo ed esclusivo discorso riguardante quanto una “dieta carnivora” possa incidere sull’ambiente. Secondo Simon Fairlie: assolutamente zero. Secondo voi?

Alessandro Ribaldi

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