Alcune mamme ai fornelli sono più brave di qualsiasi altro chef stellato se non altro perché, oltre a qualche trucco culinario rubato alla tradizione familiare, ci mettono anche tanto impegno per preparare piatti genuini. E allora perché, non sfruttare queste caratteristiche per rilanciare l’economia del proprio territorio e creare le basi per un turismo gastronomico locale?
Alcune mamme ai fornelli sono più brave di qualsiasi altro chef stellato se non altro perché, oltre a qualche trucco culinario rubato alla tradizione familiare, ci mettono anche tanto impegno per preparare piatti genuini. E allora perché, non sfruttare queste caratteristiche per rilanciare l’economia del proprio territorio e creare le basi per un turismo gastronomico locale?
Nasce anche da questi presupposti, Le mamme del Borgo, una start up creata in Puglia, a Tricase Porto, un borgo con meno di 300 abitanti da Eleonora Bianchi, Agnese Dell’Abate, Giuseppe Ferrarese e Mattia Sansò. A metà tra street food e social dinning, i quattro ragazzi hanno messo su un home restaurant che è tutto in work in progress.
Noi quattro – spiega a greenMe.it Eleonora Bianchi – ci siamo conosciuti tramite un’associazione, la Magna Grecia mare, e tutti avevamo voglia di creare un qualcosa che portasse turismo, rilanciasse l’economia del nostro porto ma soprattutto, che riuscisse a unire la nostra comunità.
Da qui l’idea di far aprire a 10 mamme, le porte della propria cucina e creare una serie di eventi in cui gli abitanti del borgo e i turisti potessero gustare piatti della tradizione salentina e Km0 con verdure provenienti da una cooperativa locale, il pesce dal porto e perfino la farina macinata in un agriturismo vicino. Dall’intuizione all’azione il passo è stato molto breve.
Prima dell’estate – continua Bianchi – abbiamo bussato di casa in casa, per presentare il nostro progetto che è stato accolto dalle mamme del paese con molto entusiasmo. Sono state circa una quindicina quelle che si sono candidate, tra loro ne abbiamo selezionato 10 durante i due eventi spot che abbiamo fatto nei mesi scorsi.
Il servizio de Le mamme del Borgo funziona così: si acquista un biglietto del costo di 15 euro che prevede un menù completo, quindi primo, secondo e contorno più le bibite. Ad ogni mamma viene assegnato un piatto, ce ne saranno per esempio, quattro che faranno la pasta, tre le verdure e tre il pesce o la carne.
Vendiamo i biglietti con largo anticipo, in modo tale da evitare gli sprechi alimentari e comunque per adesso cerchiamo di mantenerci su un numero ben preciso, ovvero 300 persone. Il borgo, durante l’evento, si trasforma in un grande ristorante all’aperto, i turisti passano infatti di casa in casa prendono il loro piatto per poi mangiarlo per le vie del paese. Fuori ad ogni casa, c’è una lavagna di benvenuto e per le strade una cartellonistica ad hoc così che ognuno possa muoversi liberamente, spiega.
Il numero delle mamme può aumentare o diminuire a seconda delle esigenze, non si supera mai però le 12 unità. Soprattutto per una questione di organizzazione.
Le nostre mamme – continua Bianchi – sono quasi tutte casalinghe con un’età media di 55 anni, donne del borgo che da sempre aiutano i mariti pescatori nella loro attività.
Grazie all’aiuto del progetto Fooding e del Medab, l’incubatore mediterraneo per la creazione e il cambiamento d’impresa, che ha aiutato i quattro ragazzi a mettere su la start up, oggi Le mamme del Borgo sta ponendo le basi per una rinascita gastronomica del bellissimo borgo sul mare. Perché, come dice Bianchi, negli ultimi anni il turismo è cresciuto molto e sicuramente questa attività può solamente incrementarlo.
Ma le difficoltà di certo non mancano soprattutto, perché esiste ancora troppa confusione legislativa in materia di home reastaurant. Problemi finora in parte attutiti dallo status di start up.
In futuro vorremmo fare diventare questo progetto un ristorante di comunità a tutti gli effetti, proponendo una volta la settimana il servizio.
Qualche consiglio per chi volesse intraprendere la stessa strada?
Abbiamo avuto tantissime richieste, a tutti rispondiamo di avere un po’ di pazienza perché questo primo anno ci serve per organizzarci al meglio. Speriamo poi, di diventare anche consulenti e di aiutare tutti coloro che vogliono intraprendere, nelle loro città, questo progetto. Sicuramente quello che consiglio è di formare una bella squadra per riuscire a mettere d’accordo tutte le mamme!
Dominella Trunfio
Photo credit: Le mamme del Borgo
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