Le bevande di avena, soia e mandorle possono essere chiamate “latte”, la decisione negli Usa che cambia tutto

Per anni i produttori di latte hanno chiesto alla FDA statunitense di costringere i produttori di bevande a base vegetale a togliere la parola "latte" dalle loro confezioni. Ora però la Food and drug administration ha preso una decisione storica, l'Europa prenderà esempio?

Con la soia, l’avena, la mandorla, il riso, ecc. si producono delle bevande vegetali che però, ad oggi, anche in Europa, non possono essere chiamate “latte”, come veniva fatto un tempo. Sulle etichette dunque non si legge più, ad esempio, “latte di soia” o “latte di riso” ma “bevanda di soia” e “bevanda di riso”.

Negli Usa, però, una nuova guida della FDA cambia tutto. Secondo le nuove regole pubblicate mercoledì, le bevande vegetali che si autodefiniscono “latte” possono continuare a usare questa dicitura in etichetta.

I funzionari della Food and Drug Administration nella loro guida affermano che le bevande vegetali non fingono affatto di avere provenienza animale e i consumatori di conseguenza non rischiano di confondersi, ma sanno benissimo le differenze tra latte vaccino e latte vegetale.

Un grande cambiamento questo, sicuramente non gradito ai produttori di latte di origine animale che per anni hanno chiesto alla FDA di bloccare la possibilità di usare in etichetta la dicitura “latte”, proprio con la “scusa” di confondere i consumatori ma soprattutto di offuscare il vero significato di “latte” (che sarebbe solo ed esclusivamente animale).

In base a quanto pubblicato dalla FDA, si raccomanda ai produttori di bevande di etichettare chiaramente i loro prodotti in base alla fonte vegetale del cibo, come “latte di soia” o “latte di anacardi”.

Le regole suggeriscono anche etichette nutrizionali extra, su base volontaria, che indichino quando le bevande hanno livelli inferiori di nutrienti rispetto al latte vaccino, ad esempio calcio, magnesio o vitamina D.

E in Europa?

Da alcuni anni nei Paesi Ue i produttori di bevande vegetali non possono riportare in etichetta la dicitura “latte” per non trarre in inganno i consumatori, visto che non si tratta veramente di latte vaccino.

Alcuni produttori, però, si sono fatti furbi e c’è chi ha optato per un escamotage geniale. Leggi anche: “Questo non è lat*e”: il marketing furbo di Alpro usato per le nuove bevande vegetali

Ora questa decisione della FDA, statunitense ma molto autorevole a livello internazionale, potrebbe fare scuola e magari anche l’Europa potrebbe rivedere la sua posizione in merito alle bevande vegetali.

Staremo a vedere se ci saranno cambiamenti anche nel nostro Paese.

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Fonte: FDA

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