Formaggi senza latte: in 150 mila dicono NO al formaggio fatto con il latte in polvere. E intanto a Expo 2015 viene presentato il primo formaggio fatto con solo latte di asina
Formaggio col latte in polvere? No grazie, e a dirlo sono bel 150mila italiani che hanno firmato la petizione “Il formaggio si fa con il latte!” lanciata da Slow Food lo scorso luglio per sostenere la legge italiana 138 dell’11 aprile 1974, che vieta l’uso di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per fare yogurt, caciotte, robiole e mozzarelle.
I #formaggisenzalatte sarebbero una vera e propria minaccia al Made in Italy (tra l’altro, le esportazioni all’estero di formaggi e latticini italiani, contraddistinti proprio dall’alta qualità, sono aumentate del 9%) e un danno per i consumatori. Slow Food, quindi, consegna al Ministro Martina l’opinione degli italiani a difesa della trasparenza e del settore lattiero caseario ed entro domani 29 settembre il Governo dovrà dare una risposta all’Unione europea.
Quella norma del ‘74 fino a oggi ha permesso all’Italia di tutelare la sua biodiversità casearia e invece secondo la Commissione europea, sollecitata da una parte dell’industria lattiero casearia italiana, rappresenterebbe una restrizione alla libera circolazione delle merci. In nome del libero scambio, insomma, si vogliono in realtà solo aumentare i profitti dei giganti dell’industria casearia, omologando un prodotto che dovrebbe garantire e preservare la biodiversità dei latti, degli animali, dei territori.
La mobilitazione lanciata da Slow Food in questi mesi è stata sostenuta attivamente da diverse amministrazioni locali in tutta la Penisola, dai produttori del lattiero-caseario e da associazioni di categoria, come la Confartigianato e l’Ordine dei Medici Veterinari.
L’ASININO REGGIANO – In concomitanza con la consegna delle firme a difesa della trasparenza e del settore lattiero caseario, è stata presentata per la prima volta ad Expo 2015, al Padiglione Coldiretti, un’autentica novità: un formaggio fatto di latte di sola asina.
Il risultato – spiega Coldiretti – è stato ottenuto nel più grande allevamento d’asini d’Europa, l’azienda Montebaducco di Quattro Castella (Reggio Emilia), grazie alla collaborazione tra l’allevatore Davide Borghi e il tecnologo alimentare Giuseppe Iannella. La possibilità di trasformare il latte di asina in formaggio – ha spiegato Davide Borghi – si scontra con l’impossibilità di caseificarlo con i cagli in uso per la trasformazione degli altri tipi di latte “in quanto il latte d’asina è molto diverso da quello di vacche, bufale, pecore, capre”.
L’ostacolo è stato superato grazie all’intuizione di Iannella che ha individuato nel caglio di cammello il prodotto più adatto. L’Asinino Reggiano – informa la Coldiretti – è già stato richiesto dagli chef per la preparazione di piatti da proporre nelle degustazioni. L’obiettivo è quello della commercializzazione seppure rivolto a un segmento di nicchia. Per questo, il formaggio stagionato verrà proposto in una confezione in ceramica, prodotta con materiali biologici e di manifattura artigianale italiana, in grado di conservare alla perfezione il cibo, specialmente prevenendo l’ossidazione dei grassi.
Germana Carillo
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