Just Mayo, la maionese veg senza uova fa infuriare la multinazionale Unilever

I prodotti vegan, etici e sostenibili non piacciono affatto alle multinazionali, soprattutto quando erodono una parte dei loro profitti. Così i big dell'agroalimentare tentano di boicottarli. E' quello che sta accadendo a Just Mayo, la maionese senza uova di Hampton Creek, accusata da Unilever di non essere "maionese"

I prodotti vegan, etici e sostenibili non piacciono affatto alle multinazionali, soprattutto quando erodono una parte dei loro profitti. Così i big dell’agroalimentare tentano di boicottarli. È quello che sta accadendo a Just Mayo, la maionese senza uova di Hampton Creek, accusata da Unilever di non essere “maionese”.

MAIONESE SENZA UOVA – Unilever, che detiene la quota maggiore del mercato della maionese negli Stati Uniti, stimato con un valore di 2 miliardi di dollari all’anno, ha denunciato la piccola Hampton Creek per pubblicità ingannevole e pratiche di business scorrette. Il motivo? Just Mayo non contiene uova. Questo è il punto su cui si basa l’intera vicenda.

HAMPTON CREEK – Hampton Creek, start up dell’alimentare vegatle di San Francisco nata nel 2011, ha ottenuto una grande popolarità (anche in termini finanziari) per il suo approccio scientifico nell’offerta di prodotti a base di vegetali che non contengono uova, al centro di un’industria crudele nei confronti degli animali. Just Mayo, in particolare, ha letteralmente fatto registrare un boom, e non soltanto tra vegetariani o vegani. Il prodotto, infatti, negli Usa ormai si trova ovunque, anche da Walmart, Costco, Target e Dollar Tree.

LA REAZIONE DI UNILEVER – Ma Just Mayo non è una maionese, hanno detto dalla grande azienda, perché il dizionario e la Food and Drug Administration definiscono maionese un prodotto che contiene uova. Unilever, quindi, tenta di boicottarla e bloccarla, rimarcando che “Hampton Creek is seizing market share from Unilever’s Best Foods and Hellmann’s brands of mayonnaise products” (Hampton Creek sta sottraendo una fetta di mercato).

La denuncia legale, quindi, è semplicemente la reazione alla perdita del suo dominio incontrastato nel redditizio settore della maionese. Tanto più che negli Usa si avvicina il giorno del Ringraziamento, la giornata col secondo picco più alto dei consumi di maionese in tutto l’anno, dopo il quattro di luglio, il Giorno dell’Indipendenza.

LA PETIZIONE – Ma consumatori e appassionati di alternative vegetali non ci stanno. Lo chef Andrew Zimmern, ad esempio, definisce questa azione come “bullismo” di Unilever sulla piccola azienda nella petizione che ha lanciato su Change.org, in cui prega la multinazionale “di concentrarsi maggiormente sulla creazione di un mondo migliore, piuttosto che impedire ad altri di tentare di farlo“.

MAIONESE VS CONDIMENTO – Tuttavia, come spiega il New York Times, anche Unilever ha i suoi problemi di maionese. La scorsa settimana, l’azienda sembra aver iniziato a modificare il proprio sito web e i messaggi di social media, apponendo la dicitura “condimento” in vari riferimenti alla maionese quando il prodotto specifico non soddisfaceva gli standard della FDA per la maiones (gli stessi citati contro Just Mayo). Inoltre l’azienda avrebbe anche modificato i commenti di un cliente che elogiava un prodotto usando le parole “maionese” e “mayo”.

Resta il fatto, in ogni caso, che forse non è al consumatore che interessano le definizioni. E che sul mercato sta vincendo chi riesce a cambiare i vecchi paradigmi, intercettando i desideri e le necessità di coloro che oggi vogliono mangiare in maniera più etica e responsabile. Voi che ne pensate?

Roberta Ragni

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