Italian Grape Ale: la birra all’uva rischia di perdere il riferimento all’Italia che la caratterizza e valorizza

Il Bjcp vuole eliminare il prefisso "italian" dalla birra Grape Ale (IGA) con evidenti svantaggi per i birrifici artigianali che la producono

L’Italian Grape Ale (IGA) è una tipologia di birra realizzata nel nostro paese, particolare e apprezzata in quanto si prepara utilizzando anche diverse varietà di uva. Il problema è però che il Bjcp (Beer Judge Certification Program), l’ente che definisce gli stili e le definizioni globali della birra, vuole eliminare la dicitura “Italian” con pesanti conseguenze per i birrifici artigianali che la producono.

Il prefisso “Italian” potrebbe scomparire dalle birre Grape Ale – IGA, un vero problema per chi le produce e va fiero del fatto che siano “made in Italy”, come appunto ad oggi suggerisce anche il nome. Togliendo la dicitura “italian”, però, l’origine della birra diventa di fatto sconosciuta e il prestigioso legame tra questa bevanda e il nostro paese non più valorizzato.

Le IGA sono preparate utilizzando malto, orzo e luppolo ma anche uva sotto forma di frutto, vinaccia, mosto o vino cotto. Un’aggiunta che caratterizza questa birra in maniera molto decisa e soprattutto la lega al suo territorio di produzione, appunto l’Italia.

La volontà di rimuovere la dicitura “italian” è stata espressa dal Bjcp (Beer Judge Certification Program) che ha la voce finale in capitolo sulle denominazioni della birra. 

Non ci stanno ovviamente i maestri birrai e i birrifici artigianali che rischiano di veder vanificato il loro lavoro. Come ha dichiarato Alessandro Andreotti, consigliere della categoria Alimentaristi di Confartigianato Imprese Lecco:

Ad oggi si contano oltre 200 Iga prodotte in Italia, alcune anche sul nostro territorio, ma ora rischiamo un clamoroso passo indietro che rischia di compromettere il lavoro fatto in questi anni dai birrifici artigianali. La motivazione sarebbe da ricondurre al fatto che ora anche altri Paesi producono Iga, ma questo significa non dare valore a quanto fatto in questi anni nel nostro Paese da parte di piccoli produttori artigiani che hanno messo le loro intuizioni e la conoscenza della materia prima in un prodotto che ha una forte caratterizzazione geografica.

Un vero problema per la birra italiana:

Pensiamo poi alle esportazioni: la nostra birra non sarà più identificabile come italiana, ma si mischierà in un mercato di Grape Ale senza indicazioni di tipicità. Quello che come birrai vorremmo far capire è che dietro ogni Iga prodotta c’è un lavoro molto complesso per far sì che le uve si esprimano al meglio all’interno della birra. Bisogna conoscere il frutto e il territorio in cui è nato, come usarlo, come esaltarlo. Insomma, lo stile italiano mixa la giusta conoscenza tecnica e culturale e non può essere equiparato ad altre produzioni.

Per parlare del tema condividendolo anche con i consumatori, il birrificio artigianale Dulac ha organizzato un evento dal titolo “Italian Grape Ale: uno stile tutto italiano!” a cui parteciperà l’enologo Francesco Invernizzi. L’appuntamento doveva essere il 18 e 19 settembre ma è stato rimandato al week end successivo, dunque è previsto per il 25 e 26 settembre.

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Fonte: Confartigianato Lecco

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