Settembre, è già tempo di funghi. In molte zone d'Italia inizia la raccolta. Cestino sul braccio e levataccia mattutina non bastano. Per raccoglierli occorre molto altro ed è meglio evitare il faidate. A fornire una serie di consigli è stato l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma
Settembre, è già tempo di funghi. In molte zone d’Italia inizia la raccolta. Cestino sul braccio e levataccia mattutina non bastano. Per raccoglierli occorre molto altro ed è meglio evitare il faidate. A fornire una serie di consigli è stato l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Non raccogliere e mangiare funghi senza il controllo di commestibilità dell’Ispettorato Micologico della ASL, consumarne comuqnue quantità moderate ed evitare di proporli ai bambini in età prescolare. Sono solo alcune delle indicazioni fornite nel vademecum realizzato dagli esperti del Centro Antiveleni dell’Ospedale per stare sereni e mangiare i funghi senza preoccupazioni, evitando intossicazioni e conseguenze ancora più gravi.
Settembre e ottobre sono ottimi mesi per gli appassionati, visto che in questo periodo nei boschi italiani è possibile trovare praticamente tutte le specie di funghi. Purtroppo è il periodo in cui si registra anche il maggior numero di intossicazioni o peggio di avvelenamento, a causa dell’intensificarsi dell’attività faidate.
Anche se gran parte delle intossicazioni si risolvono senza danni o con sintomi lievi, in un piccolo numero di casi (39 all’anno, secondo il National Poison Data System Americano) le conseguenze sono gravi. Specie più pericolose come Amanita phalloides, Cortinarius orellanus, Gyromitra esculenta manifestano i loro effetti sul nostro organismo da 6 a 48 ore dall’ingestione, quando il danno agli organi interni ormai si è innescato, soprattutto al fegato e ai reni. Altri funghi possono provocare reazioni fino a 6 ore dall’assunzione, manifestandosi con disorientamento e convulsioni o gravi sintomi gastro-enterici.
Anche se le intossicazioni da funghi riguardano gli adulti in termini numerici, sono i bambini i soggetti più a rischio. Secondo i pediatri, infatti, il loro organismo è più sensibile.
“Al Bambino Gesù ogni anno vengono seguiti circa 10 bambini con intossicazione da funghi. Più in generale si verificano circa 5 casi ogni 100.000 persone, pari allo 0,25 % delle esposizioni a sostanze tossiche nell’uomo” spiegano, sottolineando però che una parte delle intossicazioni non è legata al consumo di funghi velenosi ma a un uso scorretto di questo alimento, senza un’adeguata cottura, in cattivo stato di conservazione, in fase troppo avanzata di maturazione.
Per Marco Marano, responsabile del Centro Antiveleni del Bambino Gesù
“un fungo commestibile non deve assolutamente essere mangiato se sono presenti segni di decomposizione a causa di alcune proteine pericolose (putrescina, cadaverina e istamina) che si formano proprio durante la fase di maturazione/decomposizione”.
Ecco il vademecum con le 10 regole da seguire per mangiare funghi senza rischi.
La raccolta di funghi è regolata dalla legge 352/1993 che prevede il limite massimo di raccolta (3 kg), l’indicazione degli strumenti da utilizzare, le caratteristiche dei funghi che si possono raccogliere, le modalità di conservazione e trasporto e anche le zone ammesse. Sono escluse ad esempio le riserve naturali integrali e le aree che ricadono nei parchi nazionali.
Dal 1° gennaio 2000, inoltre, occorre essere in possesso del tesserino regionale di autorizzazione alla raccolta, rilasciato dopo aver frequentato un corso di formazione micologica.
Buona raccolta a tutti, ma in sicurezza!
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Francesca Mancuso