No ai formaggi con latte in polvere: la petizione di Slow Food (#formaggisenzalatte)

No ai formaggi con il latte in polvere. Slow Food lancia una petizione per dire no all'uso del latte in polvere nei formaggi e ai formaggi senza vero latte. La legge italiana proibisce l'uso di latte in polvere per fare il formaggio, ma l'Europa la pensa diversamente.

No ai formaggi con il latte in polvere. Slow Food lancia una petizione per dire no all’uso del latte in polvere nei formaggi e ai formaggi senza vero latte. La legge italiana proibisce l’uso di latte in polvere per fare il formaggio, ma l’Europa la pensa diversamente.

La Commissione Europea, infatti, sollecitata da una parte dell’industria lattiero casearia italiana invita l’Italia a modificare questa legge entro la fine di luglio per garantire la libera circolazione delle merci.

Ancora una volta, in nome del libero mercato, si tenta di abbassare la qualità dei prodotti italiani a danno dei consumatori. Secondo Slow Food, utilizzare il latte in polvere per la produzione di formaggi non fa altro che aumentare i profitti dei giganti dell’industria casearia, omologando un prodotto che dovrebbe avere caratteristiche di biodiversità.

Consentire la produzione di formaggi con latte in polvere in Italia non farebbe altro che creare confusione tra i consumatori. Slow Food non vuole che l’Italia faccia un passo indietro su qualità e sostenibilità. Vuole anzi che tutti i Paesi europei affermino un principio molto semplice: il vero formaggio si fa con il vero latte, non con il latte in polvere.

L’intento della petizione lanciata da Slow Food è mobilitare l’opinione pubblica italiana – consumatori e pastori, contadini e casari, artigiani e chef – sull’ultimo attacco della burocrazia europea alla produzione agroalimentare di qualità del nostro paese. Abbiamo tempo fino alla fine di luglio per sostenere il Ministro Martina alle Politiche agricole alimentari e forestali, che ha già affermato di voler difendere la legge italiana, e con essa centinaia di piccole produzioni e il patrimonio di latti, mestieri, tecniche, tradizioni e comunità che custodiscono.

Nel frattempo Coldiretti ha promosso una mobilitazione che ha portato la Commissione Europea a concedere una proroga sulla richiesta all’Italia di porre fine al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari.

Con una nota inviata il 10 luglio dal segretariato generale della Commissione Europea alla Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea è stata accordata una proroga fino al 29 settembre 2015.

A rischio c’è un settore che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano con un valore di 28 miliardi di euro con quasi 180 mila gli occupati nell’intera filiera, 35mila stalle ma che svolge anche un ruolo insostituibile di presidio del territorio, nel quale la manutenzione è assicurata proprio dal lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali al pascolo.

Il via libera alla polvere di latte – precisa la Coldiretti – mette a rischio 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni, ma omologa e abbassa anche la qualità del Made in Italy e fa aumentare il rischio frodi.

Coldiretti chiede l’impegno del Governo e del Parlamento per garantire la norma vigente sul divieto di detenzione e utilizzo della polvere di latte, al fine di tutelare i cittadini, garantendone la massima consapevolezza e di difendere la distintività e l’eccellenza del vero made in Italy agroalimentare di cui il settore lattiero-caseario rappresenta una componente strategica in termini economici e di reputazione dell’Italia nel mondo.

Firma qui la petizione per dire NO ai formaggi senza vero latte, ma prodotti con il latte in polvere.

Marta Albè

Fonte foto: change.org

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