E' stata lanciata una carta d'identità elettronica per l'etichettatura dei formaggi d'alpeggio contro i falsi a garanzia di produttori e consumatori.
Un innovativo microchip grande quanto una moneta da due euro: da oggi sarà il nuovo metodo di etichettatura casearia, lo strumento che permetterà al consumatore di rintracciare la filiera produttiva dei formaggi d’alpeggio. È stato presentato durante la terza giornata di Cheese, il salone promosso da Slowfood dedicato ai prodotti del latte tenutosi a Bra (Cuneo) la scorsa settimana, e rappresenta una nuova forma di tutela contro i falsi, a garanzia di produttori e consumatori.
Una vera e propria carta d’identità elettronica che, inserita nella forma di formaggio, conterrà tutte le informazioni relative al terreno di pascolo, alla quantità di latte impiegata, all’ora di mungitura e al tipo di erba mangiata dalla vacca o dalla capra. Il progetto è stato avviato dalla Camera di Commercio di Torino, dal dipartimento Agroselviter dell’Università e dall’associazione Torino Wireless.
I dati raccolti in questo primo anno riguardano un’azienda agricola della Valle Pellice (Torino), dove i ricercatori hanno mappato l’alpeggio, tracciato la filiera e recensito i metodi di caseificazione e stagionatura. I dati sono poi stati inseriti in un codice a barre e riversati in un microchip. Entrambi posso essere letti (grazie alla tecnologia Rfid) sia tramite un pc che attraverso il cellulare, basta dotarsi degli opportuni programmi.
Un ulteriore passo verso la trasparenza delle aziende e la lotta contro le falsificazioni, nell’ottica di una maggiore sicurezzaalimentare: un’idea che fa bene a chi mangia e a chi produce.