La Coop, prima catena di distribuzione in Italia, non venderà più foie gras. Sospesi gli ordini, si andrà avanti fino all’esaurimento delle scorte presenti nei magazzini. Dopo la messa al bando in California, grazie ad una ordinanza di Schwarzenegger entrata in vigore dal primo Luglio 2012 con multe salatissime ai trasgressori, anche in Italia, dove la produzione è illegale dal Marzo 2007 ma non la vendita nei negozi e nei supermercati, si fanno passi in avanti.
La Coop, prima catena di distribuzione in Italia, non venderà più foie gras. Sospesi gli ordini, si andrà avanti fino all’esaurimento delle scorte presenti nei magazzini. Dopo la messa al bando in California, grazie ad una ordinanza di Schwarzenegger entrata in vigore dal primo Luglio 2012 con multe salatissime ai trasgressori, anche in Italia, dove la produzione è illegale dal Marzo 2007 ma non la vendita nei negozi e nei supermercati, si fanno passi in avanti.
Con l’avvicinarsi del Natale, periodo in cui la vendita di questo prodotto aumenta poiché considerato da molti un regalo “elegante”, le associazioni animaliste accendono i riflettori sull’orrendo trattamento riservato a oltre 30 milioni di animali, tra anatre e oche, barbaramente ingozzati con un tubo metallico, lungo 20-30 cm, infilato in gola e spinto fino allo stomaco per aumentarne le dimensioni del fegato e sviluppare la steatosi epatica. Coloro che, divincolandosi, cercano di ribellarsi a questa tortura rischiano di morire per soffocamento, mentre ancor peggiore il destino di chi sopravvive, tra difficoltà respiratorie a causa delle sacche polmonari compresse e dolorosissime infezioni.
Lo rivela chiaramente la recente investigazione realizzata da Animal Equality all’interno degli allevamenti di foie gras in Spagna e Francia e divulgata insieme a una campagna di protesta per chiedere a diverse catene di supermercati (Auchan, Bennet, Conad, Esselunga, Sma, Super Elite e Coop) di rivedere le scelte aziendali in merito alla distribuzione di ‘foie gras’ sul territorio nazionale, fornendo dichiarazioni pubbliche ed ufficiali che annuncino la cessazione immediata della vendita di un prodotto ottenuto con così tanta violenza sugli animali.
“La Coop, con i suoi 1470 punti vendita e circa 7 milioni di consumatori, ha sicuramente fatto un passo in avanti decidendo di non distribuire più foie gras. Auspichiamo che anche le altre grandi catene di supermercati facciano lo stesso nel più breve tempo possibile“, spiega la portavoce dell’Associazione, Francesca Testi. In Europa il ‘fegato grasso’ è ancora prodotto legalmente solo in 5 paesi: Francia, Bulgaria, Spagna, Ungheria e Belgio. La Francia è il maggior produttore ed esportatore, con oltre 800.000 tonnellate di prodotto realizzate e circa 700.000 oche e 37 milioni di anatre uccise.
“La Coop ha fatto da apripista e la Protezione Animali auspica che altri marchi seguano l’esempio fermando la distribuzione del foie gras“, chiede anche l’Enpa, lanciando la nuova campagna di comunicazione “Abbi fegato! Schierati contro il commercio di foie gras“. I tempi sono maturi “perché anche l‘Europa si muova su questo fronte, mettendo definitivamente al bando una pratica disumana – continua l’Enpa-: infliggere sofferenze atroci ad altri esseri senzienti è incompatibile con il livello di civiltà di cui l’Unione Europea vuol farsi portatrice. L’obiettivo è alla nostra portata“.
Anche EARTH ha deciso, in vista del periodo natalizio, di dare il via alla propria campagna per dire basta al foie gras, con la campagna informativa “Lascia stare il fegato, usa il cuore!“, che prevede una descrizione della metodica del “Gavage”, ovvero l’ingozzamento delle oche, ed un video denuncia. “È la solita Italia a due facce -dichiara Valentina Coppola, presidente di EARTH- da un lato vieta l’ingozzamento delle anatre e dall’altra permette la vendita di un prodotto ottenuto con metodiche illegali“. È ora di dire basta a questa incoerenza, chiedono le associazioni all’unisono.
Roberta Ragni
Leggi anche:
– Foie gras: l’orrore della “delizia” francese documentata da Animal Equality (foto e video)