Presto, almeno si spera, le regole per l’etichettatura della pasta cambieranno. Dovrà essere indicato in etichetta il Paese di provenienza del grano utilizzato per realizzare il prodotto. Da tempo gli italiani erano in attesa di etichette più chiare per la pasta e il traguardo potrebbe essere vicino.
Presto, almeno si spera, le regole per l’etichettatura della pasta cambieranno in Italia. Dovrà essere indicato in etichetta il Paese di provenienza del grano utilizzato per realizzare il prodotto. Da tempo gli italiani erano in attesa di etichette più chiare per la pasta e il traguardo potrebbe essere vicino.
Infatti è stato inviato dall’Italia a Bruxelles il decreto per l’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta il Paese di coltivazione del grano duro impiegato per la produzione della pasta.
L’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta risponde alle richieste di 8 italiani su 10 che la ritengono necessaria per smascherare l’inganno del prodotto straniero spacciato per italiano in una situazione in cui 1 pacco di penne e spaghetti su 3 contiene prodotto straniero senza che si sappia, come sottolinea la Coldiretti.
La possibilità di scegliere con certezza pasta prodotta solo con grano italiano speriamo possa garantire a noi cittadini una maggiore qualità del prodotto, in particolare dal punto di vista della riduzione dei residui di pesticidi e di erbicidi.
In attesa che il provvedimento e le nuove regole entrino in vigore abbiamo già la possibilità di scegliere pasta prodotta con grano italiano. Ad esempio possiamo optare per la pasta di grani antichi che vengono coltivati solo in Italia o per la pasta biologica già garantita come italiana e prodotta da aziende agricole e stablimenti che consideriamo di fiducia.
Con la nuova etichettatura speriamo arrivino anche maggiori controlli sulla coltivazione e sulla scelta del grano da utilizzare per produrre la pasta, dato che di recente proprio in alcuni marchi di pasta in vendita in Italia sono state ritrovate tracce di glifosato, l’erbicida classificato come probabilmente cancerogeno dallo IARC.
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L’Italia – ricorda la Coldiretti – è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,9 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano il 42% della produzione nazionale, seguite dalle Marche. Nonostante ciò sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero in un anno senza che questo venga reso noto ai consumatori in etichetta.
“È necessario che la Commissione agisca in tempi stretti per garantire finalmente la giusta trasparenza in un comparto dell’agroalimentare che ha reso l’Italia celebre in tutto il mondo. L’etichettatura d’origine del grano usato per la pasta non solo permetterà ai consumatori di compiere scelte consapevoli ma premierà il lavoro di tanti giovani agricoltori che hanno deciso di investire il proprio futuro in questa filiera operandosi per far giungere sulle tavole dei consumatori un prodotto genuino e di qualità” – ha dichiarato Maria Letizia Gardoni, presidente dei giovani agricoltori di Coldiretti.
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L’81% dei consumatori italiani – conclude la Coldiretti – ritiene che la mancanza di etichettatura di origine nella pasta possa essere ingannevole sulla base della consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal Ministero delle Politiche Agricole che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Ministero delle Politiche Agricole.
Cosa ne pensate? Sapere che la pasta che scegliamo è stata realizzata con grano italiano ci aiuterà a compiere acquisti in modo più oculato e sicuro?
Marta Albè