Il progetto "Doggy Bag se avanzo mangiatemi" presto metterà a disposizione dei ristoranti italiani degli eco-contenitori di design e “Made in Italy”.
Sprechi alimentari. Aumentano le iniziative per diffondere la vecchia buona pratica di portare gli avanzi a casa dal ristorante che solo in Italia è ancora connotata in maniera negativa. Perché la doggy bag (e con questo nome non ci si riferisce solo agli avanzi da portare al cane, ma in generale da portare a casa!) si sta finalmente sdoganando e diventando di “design”. O almeno ci si prova.
Grazie all’accordo tra la Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, e Comieco, il Consorzio per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi, nasce “Doggy Bag se avanzo mangiatemi” che presto metterà a disposizione dei ristoranti italiani degli eco-contenitori di design e “Made in Italy” (il progetto è nato in seno a Expo 2015 e che già ha riscontrato successo in oltre 50 ristoranti di Slow Food Italia e in più di 200 locali tra Milano, Bergamo, Varese e Roma).
In questo modo nessuno più avrà la scusa per non portare a casa cibi e bevande non consumate.
Perché la doggy bag? I motivi sono essenzialmente tre:
- nei ristoranti italiani si sprecano ogni anno ben 185mila tonnellate di cibo
- in Italia 16 miliardi di euro all’anno di prodotti alimentari finiscono nel cassonetto
- la doggy bag è una fondamentale espressione di educazione, sia ambientale che di rispetto nei confronti di ciò che viene preparato e servito
Uno spreco, quello alimentare, che non è più giustificabile e che potrebbe trovare un freno soltanto in una nuova sensibilità di clienti e ristoratori e, perché no, anche nella bellezza di un packaging del tutto nuovo e originale.
“Nel mondo dei pubblici esercizi l’impegno contro lo spreco alimentare si traduce in un percorso complesso che inizia a monte della catena e comprende azioni di controllo in fase di acquisto, preparazione e conservazione degli alimenti. La doggy bag è l’ultimo, importante anello di questa catena: non si tratta solo di una pratica che fa bene all’ambiente, ma che permette di consumare del buon cibo preparato al ristorante anche nelle proprie case, prolungando il piacere di un’esperienza di qualità”, dichiara Giancarlo Deidda, Vicepresidente di Fipe.
È il momento buono, allora, perché il contenitore per il cibo da portare a casa diventi un prodotto alla base di una vera e propria rivoluzione culturale, coinvolgendo tutti gli attori della filiera alimentare, dallo chef ai clienti. E con la carica di ironia e di umorismo che riveste questi contenitori per vino e alimenti proposti da Fipe e Comieco nemmeno ci si potrà sentire più in soggezione nel portare a casa quanto rimasto nel piatto. Anzi, come dice pure Bruno Barbieri, è un complimento allo chef.
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Qui trovate l’elenco completo dei ristoranti.
Germana Carillo