Doggy Bag? Chiedere gli avanzi fa figo e lusinga lo chef. Parola di Bruno Barbieri

Portare gli avanzi a casa? Niente di cui vergognarsi, anzi sarebbe addirittura ‘figo’. Parola dello chef Bruno Barbieri

Portare gli avanzi a casa? Niente di cui vergognarsi, anzi sarebbe addirittura ‘figo’. Parola dello chef Bruno Barbieri che in tanti apprezzano per i suoi modi schietti e diretti, quando di certo non le manda a dire ai concorrenti della fortuna serie di Masterchef Italia. In un’intervista al Corriere spiega perché chiedere la doggy bag è come fare un regalo allo chef.

La doggy bag, ovvero portare ciò che avanza a casa è una pratica ormai sdoganata all’estero, ma che in Italia rimane ancora un tabù, anche se di strada se n’è fatta. Nel 2014 secondo la Coldiretti, solo un italiano su tre, quando andava a mangiare fuori casa portava con sé gli avanzi, semplicemente perché si vergognava di chiederli.

Ma oggi, anche i grandi chef come Barbieri la consigliano perché in cucina è vietato sprecare. Uno dei volti più amati di Masterchef, in un’intervista al Corriere della Sera spiega che non c’è proprio nessuna vergogna anzi:

“Mi capita, ma ancora poco. Un po’ perché le nostre porzioni sono misurate, un po’ perché la gente si vergogna. Invece io lo voglio dire ai miei clienti: se mi chiedete di portare a casa il cibo che vi ho preparato, mi fate un regalo. Significa che vi è piaciuto, che per qualche motivo non lo riuscite a finire lì, ma che lo volete comunque terminare. Per chi cucina questa richiesta è gratificante, non sminuente. Insomma, è una richiesta “figa””.

Capito? Quindi non solo la doggy bag è un segno di civiltà, ma è anche una sorta di regalo allo chef che si sentirà lusingato del fatto che ciò che ha preparato, è piaciuto così tanto da voler portare gli avanzi con sé.

Molte volte, infatti, al ristorante capita di ordinare più cose di quelle che poi si riescono a consumare, ma pensateci un attimo: quando siete a casa da amici che magari hanno cucinato parecchie ore per portare in tavola delle squisitezze, non è scortese non mangiare tutto?

doggy bag

Infatti a volte, sono proprio gli amici stessi a preparare le doggy bag da portar via. Cosa cambia al ristorante? Assolutamente nulla, a maggior ragione chequel cibo è stato pagato.

In Italia 16 miliardi di euro l’anno di prodotti alimentari finiscono nel cassonetto, di cui 2,6 miliardi nel settore della ristorazione, sia commerciale che collettiva. Ma evidentemente nel Belpaese ci sono ancora molti freni, al contrario di una volta, quando i nostri nonni spesso e volentieri tornavano a casa con la borsetta piena per i giorni a seguire. E succedeva anche ai matrimoni, senza provare alcun tipo di imbarazzo.

“Tutta l’attività di un ristorante punta a evitare che accada: lo spreco è il nemico di ogni chef, una voce di costo che non torna a fine mese e un dispiacere per la passione che ognuno di noi mette nel piatto. Per questo, lo ribadisco, se il problema è solo che si è sazi, chiedere di portare a casa gli avanzi significa far felici noi cuochi”, dice Barbieri al Corriere.

In generale, in una cucina professionale, spiega lo chef ci sono regole severissime per non dare fondo allo spreco.

“La spesa è contingentata, la preparazione dei piatti ha dosi precise, tutto quello che si può riutilizzare si riutilizza. Per esempio il pane avanzato nei cestini dei clienti è usato per preparare il pranzo della brigata, il vino delle bottiglie aperte lo utilizziamo per i fondi o per sfumare il risotto. O ce lo beviamo noi a fine servizio”.

Della doggy bag ne avevamo parlato qui:

E questa pratica dovrebbe essere utilizzata anche nelle nostre case. Quando andiamo al supermercato facciamolo con una lista ben precisa, senza farci prendere dalla foga dell’acquisto sfrenato. Non c’è per fortuna nessuna carestia all’orizzonte, basta comprare ciò che ci serve, scegliendo ovviamente frutta e verdura di stagione.

E invece, quando andiamo al ristorante, ricordiamoci che la doggy bag non solo fa felici gli chef, ma fa anche figo!

Dominella Trunfio

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