Secondo un nuovo studio, le persone che seguono una dieta ricca di carne contribuiscono al doppio delle emissioni di CO2 rispetto ad un vegetariano e ancor più ad un vegano.
Gli allevamenti intensivi di animali creano grandi quantità di CO2 e di conseguenza chi segue un’alimentazione in cui è molto presente la carne si rende responsabile di quasi il doppio delle emissioni rispetto ad un vegetariano e ancor più ad un vegano. A dirlo una nuova ricerca inglese.
Lo studio ha voluto mettere a confronto le abitudini alimentari di circa 55 mila persone nel Regno Unito che mangiavano carne, solo pesce oppure seguivano una dieta vegetariana o vegana. Lo scopo della ricerca era quantificare le emissioni di CO2 di cui erano responsabili i diversi gruppi a seconda del proprio stile alimentare.
Ecco i risultati calcolati su una dieta standard di 2000 kcal: quotidianamente chi mangia molta carne (oltre 100 grammi al dì) si rende responsabile dell’emissione di 7.19 Kg di C02 al giorno, chi la consuma mediamente di 5.63 kg, chi ne mangia poca (meno di 50 grammi al giorno) 4.67 kg, chi mangia solo pesce 3.91 kg, i vegetariani 3.81 kg e i vegani 2.89 kg.
Tutto ciò è conseguenza del fatto che per produrre un 1 kg di carne bovina è stata stimata un’emissione di 68.8 kg di CO2 e per quella ovina di 64.2 kg. Ben diversa la situazione se si coltiva 1 kg di mais (che produce soli 0.7 kg di CO2), di faglioli (0.8 kg) o patate (0.4 kg).
Questo concretamente significa che una dieta vegetariana e ancor di più vegana è in grado di dimezzare le emissioni prodotte dal comparto alimentare.
Tutto ciò è un’ulteriore conferma a quanto aveva detto già l’anno scorso uno studio delle Nazioni Unite, dal titolo “Our Nutrient World”, in cui si consigliava di diventare Demitarian, ovvero di dimezzare il consumo di carne per tutelare l’ambiente, oltre che la propria salute.
Francesca Biagioli
Leggi anche:
– Urge dimezzare il consumo di carne: Unep invita a diventare “demitarian”