Con una dieta prevalentemente vegetariana i paesi ricchi ridurrebbero le emissioni del 61%

Secondo un nuovo studio, se le nazioni ad alto reddito seguissero una dieta prevalentemente vegetale ridurrebbero le emissioni del 61%

Come è ormai noto a tutti, gli alimenti di origine animale hanno un impatto ambientale più elevato rispetto alle alternative vegetali e sono maggiormente consumati nei paesi ad alto reddito. Un nuovo studio mostra cosa succederebbe se 54 paesi ricchi passassero ad una dieta prevalentemente su base vegetale.

Secondo gli autori dello studio, pubblicato su Nature Food, cambiando radicalmente la loro dieta, i paesi ad alto reddito potrebbero ridurre le loro emissioni agricole di quasi due terzi.

I cittadini delle nazioni ad alto reddito hanno attualmente il maggiore potenziale per ridurre le emissioni di gas serra attraverso le loro scelte dietetiche, perché la loro alimentazione solitamente è più orientata verso il consumo di carne. I prodotti di origine animale determinano infatti il 70% delle emissioni del sistema alimentare nei paesi ad alto reddito mentre solo il 22% nei paesi a reddito medio-basso.

Lo studio è stato condotto prendendo come modello la dieta EAT-Lancet, prevalentemente a base vegetale ma flessibile e definita “una dieta ottimale per la salute umana e la sostenibilità ambientale“. Leggi anche: Dieta universale: pubblicato su The Lancet il menù per salvare salute e pianeta

L’indagine ha valutato la riduzione delle emissioni derivante dall’adozione di questo tipo di dieta utilizzando un set di dati ottenuti dal database statistico dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura del 2010, collegato ai dati FABIO (Food and Agriculture Biomass Input-Output).

Dai risultati emerge che, ridurre fortemente il consumo di alimenti di origine animale, potrebbe contribuire a liberare un’area di terra più grande dell’intera Unione europea!

E proprio il ritorno di questa terra al suo stato naturale permetterebbe di catturare quasi 100 miliardi di tonnellate di carbonio entro la fine del secolo.

Come si legge nello studio:

I nostri risultati mostrano che tale cambiamento nella dieta potrebbe ridurre del 61% le emissioni di produzione agricola annuale delle diete delle nazioni ad alto reddito, sequestrando fino a 98,3 (55,6–143,7) GtCO 2equivalente, pari a circa 14 anni delle attuali emissioni agricole globali fino alla maturazione della vegetazione naturale.

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@Nature Food

Gli autori aggiungono che questo livello di carbonio catturato:

potrebbe potenzialmente adempiere agli obblighi di rimozione della CO2 dei paesi ad alto reddito necessari per limitare il riscaldamento a 1,5°C in base ai principi di condivisione dell’uguaglianza.

Sarebbero soprattutto gli Stati Uniti, la Francia, l’Australia e la Germania a vedere la gran parte dei benefici, osserva lo studio, in quanto la produzione e il consumo di carne e latticini sono particolarmente elevati in questi Paesi.

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Fonte: Nature

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