Italia e Portogallo hanno esaurito l’equivalente di consumo annuale, per questo la domanda di pesce verrà soddisfatta solo con l’importazione. E’ quanto segnala il Wwf che parla di una vera e propria crisi del settore ittico.
Italia e Portogallo hanno esaurito l’equivalente di consumo annuale, per questo la domanda di pesce verrà soddisfatta solo con l’importazione. È quanto segnala il Wwf che parla di una vera e propria crisi del settore ittico.
Secondo il WWF, infatti, due terzi del mercato interno di pesce provengono da prodotti importati, metà dei quali solo da paesi in via di sviluppo. In pratica, le scorte ittiche nazionali sono esaurite e per soddisfare la richiesta di pesci e frutti di mare, fino a fine 2017 si dovrà passare all’import.
Un segnale indicativo del fatto che Italia e Portogallo, consumano molto più pesce rispetto a quanto si possa pescare nelle acque nazionali.
Secondo WWF, che riporta dati Fao:
“Con un consumo medio di pesce di 53,8 kg pro capite all’anno, il Portogallo si classifica primo in Europa seguito da Lituania(43,6 kg), Spagna (42,4 kg), Finlandia (36,4 kg) e Francia (33,5 kg). Questi 5 paesi hanno il più alto tasso di consumo pro capite nella UE e da soli rappresentano circa un terzo del consumo di pesce in tutta l’Europa. In media, ogni cittadino europeo consuma 22,5 kg di prodotti ittici all’anno”.
I paesi che riescono a consumare lo stesso quantitativo del pescato sono, secondo New Economics Foundation (NEF), i cosiddetti paesi autonomi, come Danimarca, Estonia e Irlanda, mentre la stragrande maggioranza dipende dalle importazioni.
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“Sembra oramai inarrestabile la dipendenza del mercato italiano dalle importazioni di prodotti ittici. In Italia, negli ultimi anni siamo passati dai 16 ai 25 kg di consumo procapite. Tre quarti del pesce consumato in Europa, Italia compresa è di origine selvatica , il resto di allevamento”, spiega in una nota Donatella Bianchi, presidente di WWF Italia.
Cosa puoi fare tu
Sicuramente dalle scelte alimentari di ognuno dipende la sopravvivenza del settore ittico locale e non solo. La responsabilità è chiaramente in mano a tutti noi consumatori. Ogni anno il fish dependence day anticipa di settimane. La prossima data simbolo sarà il 6 luglio, Giorno di Dipendenza dell’Europa: da quel momento tutto il continente avrà ‘esaurito’ l’equivalente dell’intera produzione europea annua.
Anche se alcuni stock ittici europei si sono stabilizzati, grazie ad alcune misure adottate nell’ambito della Politica Comune Europea della Pesca, ci sono ancora, secondo la Commissione Europea, il 48% degli stock ittici in Atlantico sovrasfruttati, una cifra che sale al 93% nel Mediterraneo.
Al fine di sensibilizzare i consumatori, il WWF ha lanciato il progetto #fishforward per informare sugli impatti sociali e ambientali del consumo di pesce di mare.
Dominella Trunfio