La Diet Coke o Coca Cola Light è una bevanda a zero calorie e senza zucchero. Ma ha anche zero rischi e davvero non fa ingrassare? Non proprio, ecco cosa hanno evidenziato alcuni studi
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La Coca Cola Zero e altre bevande considerate “light” spopolano già da anni, facendo sentire meno “in colpa” e illudendo che non facciano ingrassare e che siano meno dannose per la salute delle rispettive bibite contenenti zucchero. Ma è davvero così? Cosa succede davvero al nostro corpo quando le beviamo?
Dovremmo cercare di evitare il più possibile di assumere bevande gassate, che contengano o meno zuccheri. Diverse ricerche scientifiche hanno infatti evidenziato diversi effetti collaterali del consumo regolare di queste popolari bibite, anche se, erroneamente, ancora si ritiene che Coca Cola Zero e affini siano migliori perché senza calorie.
Vediamo prima di tutto la composizione e gli ingredienti della bevanda venduta in Italia:
- Acqua
- Anidride carbonica
- Colorante E150d (caramello)
- Acesulfame K
- Aspartame (E951)
- Ciclamato di sodio
- Acido fosforico (E338)
- Citrato trisodico (E331)
- Aromi naturali (inclusa caffeina)
Ma cosa succede al corpo bevendo una Coca Cola Zero?
Ingrassa
L’aspartame contenuto in queste bevande, anche se sotto i limiti consentiti dalla legge, fa in realtà ingrassare in maniera indiretta. Il sapore dolce della Coca Cola Zero, induce infatti il cervello e il corpo a pensare in qualche modo che “le calorie stanno arrivando” e ciò che verrà mangiato dopo si depositerà come grassi.
Uno studio dell’Università dell’Illinois ha scoperto che ingerire dolcificanti artificiali “può influenzare i livelli di glucosio nel sangue e di insulina nei test di tolleranza al glucosio”. I risultati suggeriscono che, nonostante non abbiano calorie, i dolcificanti artificiali possono avere effetti metabolici che imitano il consumo effettivo di zucchero. Quindi i messaggeri di insulina sono pronti a trasportare tutte quelle calorie per immagazzinare i grassi e quando le calorie non arrivano, vi è come una “chiamata” a fare scorta. Quello che si consuma subito dopo riceve lo stesso trattamento attivato dai “falsi” zuccheri: si trasforma in grassi.
“Il messaggio più importante da portare a casa è che il gusto dolce di per sé può avere un impatto sul metabolismo dei carboidrati e sul controllo del glucosio. Anche se la popolazione campione nel nostro studio era piccola, i risultati si aggiungono a un corpo di prove che suggeriscono che le cose dolci dovrebbero essere consumate con moderazione, indipendentemente dalle calorie” ha dichiarato Yanina Pepino, professoressa di scienze alimentari e nutrizione umana, a capo della ricerca.
In uno studio condotto presso il Medical College of Wisconsin e la Marquette University, quando i dolcificanti artificiali (aspartame e acesulfame potassio) sono stati somministrati a colture cellulari umane e sperimentati su modelli animali, i ricercatori hanno visto significativi “cambiamenti metabolici a livello genetico che potrebbero portare a diabete e obesità“, ha dichiarato il biologo Dr. Brian Hoffmann, assistente professore presso il Dipartimento di Ingegneria Biomedica, citato nel rapporto.
Dopo tre settimane di esposizione all’aspartame, c’è stato un marcato cambiamento “nell’espressione dei geni responsabili del metabolismo dei lipidi nelle cellule sia dei ratti che degli esseri umani“.
In pratica l’aspartame ha causato alcuni:
“cambiamenti significativi, e uno di questi è stato un aumento dei lipidi nel flusso sanguigno e una diminuzione di una biomolecola coinvolta nella rimozione (lipidi) dal flusso sanguigno”.
Si espone ad un maggior rischio di disturbi metabolici, obesità e malattie cardiovascolari
L’aspartame non solo porta ad un maggiore accumulo di grasso, ma anche a cambiamenti negativi nel sistema cardiovascolare.
Come ha specificato il dottor Dr. Brian Hoffmann:
“Abbiamo preso quei particolari dolcificanti e li abbiamo applicati alle cellule endoteliali (le cellule che rivestono i vasi sanguigni) e abbiamo rilevato una marcata disfunzione, suggerendo perché dolcificanti e bibite dietetiche sono state collegate a potenziali problemi cardiovascolari ”
In conclusione:
“I dolcificanti artificiali sembrano contribuire ai disordini metabolici alterando l’attività di alcuni geni responsabili della scomposizione delle macromolecole come i grassi e le proteine. Questo è diverso dagli zuccheri normali, che contribuiscono alle malattie cardiovascolari attraverso la resistenza all’insulina e danneggiando le cellule che rivestono i vasi sanguigni del corpo”.
Anche altri studi di cui vi abbiamo già parlato erano arrivati a risultati simili.
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Si espone alla formaldeide
All’interno del corpo l’aspartame si trasforma in formaldeide, sostanza collegata al cancro in alcuni esperimenti su animali. Questo avviene quando il corpo scompone i componenti dell’aspartame, che sono acido aspartico, fenilalanina e metanolo, che è un gas presente in natura.
Come ha spiegato in un’intervista la dottoressa Francesca Evangelisti, biologa nutrizionista:
“Il metanolo è una sostanza che, trasformandosi nell’organismo in formaldeide e acido formico, risulta altamente tossica, determinando anche, in dosi molto elevate, problemi di vista e cecità. La fenilalanina è un aminoacido che può provocare tossicità mentre l’acido aspartico, anch’esso aminoacido, risulta tossico poiché viene trasformato in glutammato che ha effetti neurotossici.”
La dottoressa specifica, però, che gli effetti negativi di queste sostanze si verificano solo a dosi molto elevate, difficili da raggiungere.
Rischia funzioni cognitive più basse, depressione e irritabilità
Uno studio di qualche anno fa ha evidenziato che anche dosi considerate sicure di aspartame possono causare cambiamenti a livello neurocomportamentale tra cui funzioni cognitive più basse, depressione e irritabilità.
Un’altra ricerca, invece, aveva evidenziato che le bibite gassate (light e non) sono nemiche del cervello e lo fanno invecchiare più velocemente.
Dato che, nonostante l’FDA e l’EFSA lo considerino sicuro, la faccenda sembra essere ancora controversa. Nel dubbio meglio evitare l’aspartame e le bevande che lo contengono.
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