“Chi mangi oggi?”: campagna vegan “choc” con bebe’ sottovuoto

"Chi mangi oggi?" è lo slogan al centro di una campagna vegana volta a sondare il comune senso del disgusto, comparso su manifesti che sono stati affissi nelle città di Pordenone, Torino e Grosseto. Si è trattato di un esperimento antropologico che non ha potuto lasciare indifferenti gli osservatori, come del resto gli stessi organizzatori si attendevano e speravano.

“Chi mangi oggi?” è lo slogan al centro di una campagna vegan volta a sondare il comune senso del disgusto, comparso su manifesti che sono stati affissi nelle città di Pordenone, Torino e Grosseto. Si è trattato di un esperimento antropologico che non ha potuto lasciare indifferenti gli osservatori, come del resto gli stessi organizzatori si attendevano e speravano.

L’intento degli ideatori della pubblicità “Chi mangi oggi?”, domanda accompagnata dall’immagine di un bambolotto smembrato, molto somigliante ad un bebè, ed avvolto nel cellophane in una vaschetta, come se si trattasse di una comune confezione di bistecche in vendita in qualsiasi supermercato, era proprio quello di porre agli osservatori e ai consumatori un interrogativo che suscitasse stupore e scalpore.

Si è trattato di un esperimento antropologico, come spiegano gli ideatori della campagna sul relativo sito web, volto ad evidenziare come un bambolotto rappresentante un bambino, trasformato in un oggetto che ricorda un alimento in vendita, possa immediatamente scuotere le coscienze e portare allo scoppio di uno scandalo.

Una reazione che di certo non avviene in coloro che si trovano ad acquistare per alimentarsi una confezione di carne proveniente da un animale non umano, considerato come appartenente ad una specie inferiore. Le immagini della campagna dovrebbero portare tutti a riflettere riguardo a come l’indignazione legata a violenza ed ingiustizia non dovrebbe riguardare unicamente gli umani, ma anche gli animali, a cyu dovrebbe essere riconosciuto per natura il diritto di vivere liberamente sul nostro pianeta, ma di cui gli umani spesso si sentono autorizzati a disporre a proprio piacimento.

La campagna ha ricevuto l’appoggio di Andrea Zanoni, europarlamentare dell’IdV e vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere degli animali al Parlamento europeo: “La nostra è una società antropocentricaha sottolineato l’europarlamentare – che ci ha abituato alla visione di violenze e crudeltà nei confronti degli animali, esseri senzienti, che possono venire impunemente schiavizzati, torturati e uccisi solo perché non appartenenti alla specie umana. È ora di dire basta”.

Tra coloro che sono rimasti scioccati dalle immagini scelte per la campagna vegan, vi è il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, che ha commentato: “Tutti sono liberi di manifestare e proprie convinzioni e di promuovere le proprie idee, diverso è invece utilizzare immagini violente capaci di provocare un grande impatto sui cittadini ma certamente prive di buon gusto. Giocare con il corpo dei bambini, anche se attraverso una bambola, è intollerabile e come sindaco mi sento in dovere di condannare un uso tanto improprio di uno strumento pubblicitario”.

La reazione che i promotori della campagna attendevano si è dunque palesata. L’immagine di un bambolotto smembrato può certamente suscitare sgomento, ma sarebbe sufficiente dare uno sguardo ad una qualsivoglia fotografia riportante animali sottoposti a vivisezione o rinchiusi in un allevamento, completamente privi dello spazio vitale che la loro natura richiederebbe, per rendersi conto di ciò che dovrebbe essere giudicato realmente scioccante e per cui ci si dovrebbe indignare all’istante ed agire di conseguenza.

Marta Albè

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