Il chewing gum compie 150 anni ma le sue origini sono molto più antiche

Il chewing gum compie 150 anni ma le sue origini sono molto più antiche e il suo impatto ambientale per nulla trascurabile.

Oggi, 28 dicembre 2019, la gomma da masticare o gomma americana compie 150 anni. Venne brevettata, perlomeno la versione più simile a quella che conosciamo oggi, nel 1869 dal dentista statunitense William Semple, che la ideò per pulire i denti e rafforzare la mascella. Ma le prime palline di gomma, vendute nel New Jersey nel 1871, erano piuttosto molli e poco saporite, motivo per cui, negli anni successivi, vennero migliorate nel sapore, cosa che contribuì al loro incredibile successo nell’ultimo decennio dell’800.

In Europa, però, fu il secondo dopoguerra il loro periodo fortunato, quando cominciarono a diffondersi con il nome di chewing gum, diventando uno dei simboli del mito americano. Nel corso della seconda guerra mondiale veniva infatti masticato dai soldati statunitensi, in una versione appositamente arricchita da caffeina che li aiutava ad allentare la tensione e nel contempo a pulire l’apparato orale.

Il successo tra la popolazione prese piede prima in Inghilterra, poi in tutte gli altri paesi europei, inclusa l’Italia, dove a diffonderla furono gli imprenditori Ambrogio ed Egidio Perfetti, che fecero fortuna con le famose gomme di Brooklyn, ispirate al ponte.

Tuttavia le sue origini sono ancora più antiche perché le prime tracce risalirebbero ai Maya, che masticavano palline di gomma ricavate dalla pianta “Chicle“, il caucciù.

L’impatto ambientale del chewing gum

Il chewing gum continua a essere molto amato anche oggi ma il suo impatto ambientale non è affatto trascurabile. Viene infatti prodotto con aspartame e materiali plastici vari e per decomporsi, una volta gettato via, ci mette più di 5 anni.

Senza contare che rispetto ad altri prodotti, tende a essere smaltito ovunque, sputato in strada o nel bel mezzo della natura come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ma così facendo, ogni anno ne vengono disperse 560mila tonnellate, e in Italia ben 23mila. Un lato oscuro indagato anche da Andrew Nisker nel documentario “The Dark Side of the Chew”.

Ecco perché oggi si sta pensando a un’alternativa green, che permetta ai fan della gomma di continuare a masticarla, senza distruggere l’ambiente. E una prima proposta, in questa nuova direzione, arriva proprio dal Messico, dove una cooperativa produce cicche biodegradabili vegetali, “Chicza Rainforest Gum“, secondo l’antica tradizione Maya, disponibili anche in Italia.

E poi c’è chi, come l’azienda del Regno Unito, Gumdrop, ha pensato di realizzare un cestino a forma di bolla rosa, da attaccare al mazzo di chiavi, che permetta ai masticatori di gettarvi le gomme usate. Il cestino viene poi riciclato per produrre il Gum-tec®, una plastica da cui si ricavano altri Gumdrop, e diversi prodotti a tema incluse scarpe. Insomma, un modo per invogliare i cittadini a riciclare le gomme senza gettarle per terra, evitando i danni che questa cattiva abitudine comporta per l’ambiente.

Qualcuno, nel mondo, ha invece optato per il divieto totale, per questioni economiche e di decoro: è il caso di Singapore che dal 1992 ha imposto il divieto per risparmiare sulle spese di pulizia di strade e marciapiedi.

Noi ci auguriamo di poter continuare a masticarlo, ma in versione biodegradabile!

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