Novel food: olio di cannabiodiolo (cdb oil), fonio e estratto di foglie d’ulivo al vaglio dell’Efsa

L’Efsa potrebbe introdurre tra il novel food anche l’olio a base di trans-cannabidiolo, il fonio o l’estratto di foglie di ulivo.

Olio a base di trans-cannabidiolo tra i nuovi alimenti che l’Efsa valuterà per introdurli nel mercato europeo

Novel food, ovvero cibi nuovi che arrivano di continuo sulle nostre tavole. Abbiamo appena fatto in tempo ad abituarci all’idea di insetti e locuste, che ora l’Efsa potrebbe introdurre anche l’olio a base di trans-cannabidiolo, ma anche il fonio o l’estratto di foglie di ulivo.

Sono tutti “nuovi alimenti” – quelli cioè che vengono spinti dalla crescente globalizzazione, dalla crescente diversità etnica e dalla ricerca di nuove fonti di sostanze nutritive – che potrebbero entrare nel mercato europeo nei prossimi mesi grazie al regolamento del 2015 (Novel Food, EU2283/2015), che ha centralizzato e uniformato la procedura di autorizzazione a livello Ue.

Si tratta dell’olio a base di trans-cannabidiolo, che deriva dalla cannabis sativa, del fonio, un cereale senza glutine consumato in Africa, e anche dell’estratto di foglie di ulivo, che un’azienda olandese chiede di poter vendere come ingrediente per prodotti a base di cereali, latte e derivati, dolciumi e bevande analcoliche.

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Il provvedimento aveva già dato il via libera alla presentazione delle domande lo scorso gennaio e in base ad esso l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha nove mesi di tempo per pubblicare i suoi pareri.
In seguito, la Commissione europea e Paese per Paese avranno il compito di decidere sull’immissione sul mercato, ma per alcuni insetti i pareri definitivi non saranno pronti prima dell’inizio del prossimo anno. Ma parliamo di una minima parte delle 35 richieste di autorizzazione di nuovi alimenti ricevute dall’Ue nel 2018, che salgono a 38 se si considerano i cibi tradizionali in altri Paesi mai commercializzati in Europa, come il fonio.

Le domande che abbiamo ricevuto finora riguardano principalmente piante o parti di piante, sostanze, estratti, prodotti fermentati o sinteticispiega Valeriu Curtui, capo unità nutrizione dell’Efsa – che le aziende vorrebbero commercializzare soprattutto come ingredienti”.

Per i nostri pareri analizziamo composizione e ingredienti, il processo di produzione, se ci sono precedenti nell’uso dell’alimento al di fuori dell’Ue, nel caso sia un estratto da una pianta, per esempio, andiamo a studiare le caratteristiche della pianta, se ha mai causato effetti avversi, quindi valutiamo i risultati dei test tossicologici”. Sugli alimenti nuovi in Europa ma tradizionali in altre parti del globo, “sono cibi che devono risultare consumati in Paesi non Ue per almeno 25 anni – spiega Curtui – da una quota significativa della popolazione e con una storia di sicurezza”.

Un argomento, quello del novel food, che qui da noi prendiamo ancora con le pinze, non fosse altro che spesso associamo i “nuovi alimenti” quasi esclusivamente agli insetti e simili, non considerando che ci sono mille altre varianti di “cibo globale”.

Quel che preme è che le autorità piuttosto affrontino nel migliore dei modi i problemi legati alla salute dei consumatori e alla sicurezza di questi nuovi cibi che dovranno essere ben controllati dato che, nella maggior parte dei casi, arriveranno da paesi non esattamente ai nostri stessi standard di sicurezza e igiene.

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Germana Carillo

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