Basta carne: il gruppo Tonazzo, che ha creato il brand Kioene, produrrà solo cibi vegetali dal 31 dicembre 2024. Una decisione annunciata oggi, dopo una riflessione che, come spiega l’Amministratore Unico Albino Tonazzo, va avanti da anni in seno a tutta la famiglia
Il Gruppo Tonazzo, proprietario del brand Kioene, non produrrà più carne, ma solo cibi vegetali, dal 31 dicembre 2024. L’annuncio arriva oggi dall’Amministratore Unico Albino Tonazzo che riferisce una decisione dopo anni di riflessioni in seno a tutta la famiglia.
La società compie quindi un passo irreversibile, spinta – riferiscono i vertici – da reali convinzioni morali, per il desiderio di limitare l’impatto sull’ambiente e contribuire alla promozione di una alimentazione sempre più sana ed equilibrata per le generazioni di oggi e di domani.
La famiglia Tonazzo, a partire dagli anni ‘90 aveva proposto già una rivoluzione (per l’epoca) del comparto carne, con i tagli scompensati e aveva iniziato a sviluppare dei prodotti vegetali dando vita al brand Kioene, che con questa ultima decisione sarà ancora più sviluppato e promosso.
Diamo avvio oggi alla terza rivoluzione della nostra azienda auspichiamo anche del settore– riferisce Albino Tonazzo all’agenzia di stampa specializzata Agen Food – Un gesto di grande responsabilità verso l’ambiente e il benessere alimentare delle future generazioni
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Ricordiamo che l’azienda, in realtà, si occupa tradizionalmente di carne, quindi questa decisione fa ancora più notizia.
La nostra famiglia si occupa di carne da 5 generazioni ma, allo stesso tempo, quasi 40 anni fa ha innescato un cambiamento inarrestabile introducendo sul mercato dei prodotti alternativi a base di proteine vegetali. Con questo stesso spirito innovativo e lungimirante oggi annunciamo la decisione di chiudere tutte le nostre attività nel settore della carne per concentrare tutti i nostri sforzi e investimenti sulle proteine vegetali e sul brand Kioene che è già oggi leader del comparto in Italia
Per rispondere alle incessanti richieste di carne continuano ad operare gli allevamenti intensivi, tra i principali responsabili di inquinamento ambientale ed emissioni di gas serra.
Da un lato il nostro Paese non brilla per lungimiranza in questo senso: lo scorso aprile, infatti, il Consiglio europeo ha adottato la direttiva riveduta sulle emissioni di industrie e settore zootecnico, ma l’Italia è stato l’unico a votare contrariamente, “dimenticando” il devastante impatto degli allevamenti intensivi sul territorio e dimostrando una discutibile posizione in merito alla salute pubblica e al benessere animale.
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Dall’altro però ci sono persone e aziende coraggiose, lo abbiamo visto con il successo dell’inchiesta sugli allevamenti intensivi Food for Profit, in corsa per rappresentare l’Italia nella notte degli Oscar 2025.
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E anche il passo compiuto da una società come questa, che ha tradizionalmente investito sulla carne (anche se con lodevoli tentativi di sostenibilità), dimostra ancora una volta come i consumatori siano sempre più attenti a quello che mettono nel piatto.
In bocca al lupo!
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Fonte: Agen Food
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