Carne coltivata: l’Italia ci ripensa, stop (per il momento) al disegno di legge che intende vietarla

L'Italia ha ritirato la richiesta all'Unione Europea di divieto sulla carne coltivata, di fatto sospendendo il disegno di legge correlato. Il ministro Lollobrigida si è dichiarato però più risoluto che mai nel voler vietare gli alimenti sintetici nel nostro Paese

Sembra che il Governo italiano abbia fatto dietrofront rispetto ad una presa di posizione che al contrario sembrava essere ben consolidata. Parliamo del divieto di produzione e vendita di carne coltivata, nonché di una sorta di censura sui prodotti vegetali.

A rendere noto il cambiamento è l’associazione Essere Animali che ripercorre tutta la dinamica della questione. A luglio, il Senato italiano aveva votato un disegno di legge che avrebbe messo al bando la produzione e la vendita di carne coltivata. Un disegno di legge che poi è andato oltre, introducendo anche un emendamento per vietare l’uso di nomi simili a quelli della carne per i prodotti a base vegetale.

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Il 13 ottobre, però, l’Italia ha ritirato ufficialmente la notifica TRIS relativa a questo disegno di legge, il che concretamente significa che, come spiega Essere Animali:

il ddl non potrà essere approvato né entrare in vigore perché mancano il vaglio e l’approvazione da parte della UE.

La notifica TRIS costituisce un processo volto ad evitare ostacoli al libero mercato all’interno dell’UE. Gli Stati membri sono tenuti a informare la Commissione europea dei loro progetti di legge riguardanti prodotti, che vengono successivamente valutati in base alla normativa comunitaria. Questa procedura coinvolge gli altri Stati membri e tutte le parti interessate, offrendo loro l’opportunità di esprimere le proprie opinioni.

Ma è davvero un cambio di posizione che ha portato al ritiro della richiesta all’Ue? Non proprio.

L’Italia, con questo dietrofront, sembra più che altro aver avuto paura di una bocciatura da parte della Commissione Europea, il che sarebbe stato un vero e proprio fallimento anche perché il nostro è il primo (e forse unico) Stato membro ad opporsi alla carne coltivata.

La notizia dello stop al disegno di legge è stata presa con entusiasmo dalle associazioni animaliste che si erano battute affinché l’Italia non perdesse l’opportunità di aprire alla carne coltivata,  un’alternativa più sostenibile agli allevamenti intensivi che non richiede l’uso di antibiotici e altri farmaci, né produce tonnellate di deiezioni estremamente inquinanti.

Questa è la strada da prendere e siamo felici di vedere che l’approccio ideologico e antiscientifico del Governo italiano stia trovando un muro difficile da superare, tanto da trovarsi costretto a fare un grande dietrofront. Altri paesi UE infatti stanno investendo in queste innovazioni e settori importanti per il futuro del cibo e del nostro Pianeta: ci auguriamo che anche l’Italia non perda questa importante opportunità – scrive Essere Animali.

Purtroppo, non è affatto detto che la questione si esaurisca qui. Quella del Governo potrebbe essere solo una mossa cautelativa in attesa di essere sicuri che la proposta abbia la maggioranza parlamentare.

Nel frattempo, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenuto all’evento della Coldiretti dello scorso week end al Circo Massimo a Roma, non ha fatto alcun cenno al ritiro ma anzi si è mostrato risoluto dichiarando:

Il Parlamento italiano al più presto vieterà definitivamente, nella nostra Nazione, la produzione, la commercializzazione e l’importazione del cibo sintetico. Grazie ai Presidenti delle Commissioni Agricoltura di Senato e Camera, Luca De Carlo e Mirco Carloni, che hanno accelerato i lavori, siamo arrivati alla calendarizzazione nell’Aula di Montecitorio per l’ultimo passaggio.

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Fonte: Essere Animali

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