Miracle machine, una bufala a fin di bene?

La Miracle Machine si scopre essere una bufala. Ma a fin di bene

Ricordate la miracolosa macchina che avrebbe trasformato, felici i beoni, l’acqua in vino? La Miracle Machine, insomma, inventata da degli americani in cerca di gloria.

E già, perché pare che gli impazienti di fare a casa un vino pronto da bere in tre giorni debbano dire addio al miracolo. Lo strumento, che ha suscitato l’interesse di siti (anche il nostro!) e di agenzie di stampa di mezzo mondo, tanto da gridare al miracolo tecnologico, in realtà non esiste.

E dire che, e non è solo un’ammissione postuma alla bufala, questa macchina non ci aveva convinto troppo, più che altro l’avevamo vista come un nuovo modo per promuovere la contraffazione e le polverine miracolose di un simil-vino, tutto chimica e niente uva.

Ma andiamo con ordine. A scrivere della Miracle Machine per la prima volta fu la giornalista Alyson Shotell del Business Insider che, ignara di ciò che realmente si celava dietro le azioni della Customwine, la sedicente azienda californiana produttrice del prodotto, prese i soliti contatti con la fonte e effettuò l’ordinario controllo incrociato online per verificare che la macchina esistesse. Ma la montatura era già bella che pronta: anche se a fin di bene, esisteva un contratto con l’agenzia di pubbliche relazioni ad obbligare la fonte di Shotell a dire il falso.

Adesso, sulla pagina dedicata alla Miracle Machine all’interno del sito di Wine to Water “Ok, mani in alto: non esiste“. Il sito, però, promette di avere la soluzione alternativa alla possibilità di trasformare il vino in acqua.

Qual è? Ebbene Wine to Water è un’organizzazione non profit americana, impegnata nel portare acqua potabile ai milioni di persone che non hanno accesso ad acqua potabile.
L’organizzazione è stata fondata nel 2004 da Doc Hendley, un ex barman del North Carolina, che sostiene una vendita per beneficenza: “offriamo 5 varietà di vini. Per ogni bottiglia venduta, salviamo una vita”.

Il miracolo è questo, insomma, e l’intento è pure nobile: acqua buona a chi non ne ha.

Germana Carillo

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