Dieta vegana di nuovo sul banco degli imputati. Una bambina di due anni è stata ricoverata nelle ultime ore al Gaslini di Genova e secondo alcuni organi di stampa all’origine dei problemi di salute della piccola ci sarebbe una dieta vegana troppo rigida.
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Dieta vegana di nuovo sul banco degli imputati. Una bambina di due anni è stata ricoverata nelle ultime ore al Gaslini di Genova e secondo alcuni organi di stampa all’origine dei problemi di salute della piccola ci sarebbe una dieta vegana troppo rigida.
Angela (nome di fantasia) è stata ricoverata dopo un quadro clinico per niente consolante: emoglobina bassa, carenze di vitamine, evidentemente sottopeso rispetto alla sua età e con poca reattività. Dopo la rianimazione, è stata trasferita nel reparto pediatria e le sue condizioni di salute stanno migliorando.
Non siamo riusciti a contattare i genitori per chiedere se effettivamente il malessere della bambina sia collegato alla sua presunta alimentazione vegana o se si tratti di altri tipi di disturbi legati alla sua salute.
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Ogni volta che i media portano alla ribalta casi come questo ( in cui ribadiamolo non abbiamo la certezza che la bambina sia vegana), ci si interroga sulla possibilità di seguire questo tipo di dieta anche in età infantile.
I bambini possono mangiare vegan?
Se l’opinione pubblica è sempre divisa, il mondo dei pediatri non è di meno. Sono in tanti, infatti, a denunciare che la dieta vegan possa influire sullo sviluppo psico-fisico dei più piccoli, determinando carenze di vitamine, in particolare della vitamina B12 e più o meno gravi ritardi sotto l’aspetto motorio.
Sulla questione gravidanza e allattamento da vegani la dottoressa Roberta Bartocci, biologa nutrizionista e vegana per scelta, ferma sostenitrice di una dieta vegetale, vegana o vegetariana, ci ha spiegato che essa non può rappresentare un ostacolo per la crescita e lo sviluppo, prima del feto e poi del bambino: “purché si faccia attenzione alla scelta degli alimenti e al loro corretto bilanciamento, in modo da inserire tutti i nutrienti di cui l’organismo ha bisogno”.
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Insomma, non bisogna improvvisarsi vegani o vegetariani; è necessario capire che la dieta (ma questo vale per qualsiasi tipo) è salutare solo se correttamente pianificata, quando comporta varietà di alimenti e integrazioni vitaminiche. No al fai da te, a maggior ragione se parliamo di bambini.
“Nel caso dei bambini improvvisarsi non è proprio una buona idea, visto che lo svezzamento vegetariano-vegano è molto diverso da quello onnivoro. Non si tratta solo di togliere cibi, ma di impostare un’alimentazione differente. Ricordiamo che una dieta vegana può anche essere composta anche solo di carote e Coca Cola, ma ovviamente non è bilanciata. Dire che un’alimentazione vegana, anche se ben pianificata, è inadeguata, è segno di ignoranza”, spiega Bartocci.
Secondo la dottoressa Bartocci: “perfino durante lo svezzamento si può preferire una dieta vegan introducendo fibre, cereali integrali, legumi interi, questi però non prima dei 12 mesi (contrariamente allo svezzamento convenzionale). Poi si può mettere nella pappa un cucchiaino di mandorla, germe di grano, olio di oliva, olio di semi di lino. Lo dico perché seguo alcuni di questi bambini”.
A sentire la biologa nutrizionista, quindi, non sarebbe proprio colpa del veganesimo, ma di una scarsa informazione vittima dell’improvvisazione alimentare. Ricordiamo che in nessun caso è corretto agire in questo modo, perché è giusto parlare di questi episodi come quello di Angela ma è fondamentale ricordare il numero dei bambini obesi che si imbottiscono di hot dog e bibite gassate, senza dimenticare che pure gli onnivori possono avere carenze vitaminiche.
Abbiamo chiesto anche il parere del dottor Loreto Nemi, dietista e nutrizionista che ha scelto una dieta onnivora. Se non ci sono dubbi sul fatto che un adulto possa intraprendere una dieta vegan controllata, diversa è la situazione per quel che riguarda i più piccoli.
“Nel caso di un bambino però cambiano le cose. La dieta vegan non può essere la stessa di quella di un adulto. Personalmente non ho mai letto studi su bambini vegan, soprattutto molto piccoli, perché purtroppo hanno bisogno di proteine. Almeno nei primi 2-3 anni di vita le proteine servono e noi le prendiamo dagli animali”, dice Nemi. “Con i bambini il discorso è molto delicato. Bisogna calcolare bene i fabbisogni. Comunque, un bambino che è in fase di sviluppo, anche a livello intestinale, potrebbe avere problemi usando le proteine vegetali, perché l’intestino è molto sensibile. Ad esempio il glutine, proteina allergizzante, si introduce dopo. Immaginiamo il legume: a volte dà fastidio anche agli adulti”, continua.
Le due versioni dei nostri esperti sono diametralmente opposte. La conclusione è che in campo alimentare, sulla libertà lecita di essere vegani, vegetariani o onnivori, non esistono scelte giuste o sbagliate, esistono scelte consapevoli dettate esclusivamente dalla corretta informazione.
“Se i genitori non hanno prestato attenzione al regime alimentare del proprio figlio, non è perché sono vegani, ma semplicemente perché sono stati forse colpevolmente superficiali. Ma preferiamo non entrare in merito a questo caso specifico, perché ancora non sono chiari i dettagli ed è quindi inutile e sbagliato tirare conclusioni affrettate“, chiariva il Progetto Vivere Vegan Onlus in merito al caso del bimbo vegan che fu ricoverato al Meyer di Firenze lo scorso Luglio.
L’eventuale irresponsabilità dei genitori del piccolo vegano, aggiungeva la Lav, è in percentuale un fatto limitato in rapporto all’incredibile percentuale di bambini onnivori obesi (9,8%) e in sovrappeso (20,9%) di cui di cui l’Italia è leader negativa a livello europeo, con le relative patologie connesse ed elevati costi per il Servizio Sanitario nazionale.
“Purtroppo, nonostante le evidenze scientifiche, la stragrande maggioranza dei pediatri sconsiglia ancora un’alimentazione priva di ingredienti animali, costringendo molti genitori alla rinuncia, oppure ad un rischioso “fai da te”. Al di là del caso specifico, in tema di scelta veg, esiste molta disinformazione e preconcetti diffusi“, continua la Lega Antivivisezione.
Il parere dell’American Dietetic Association sui bambini vegani
Eppure, l’American Dietetic Association (ADA), una delle più autorevoli fonti in materia di nutrizione, sostiene che:
- le diete latto-ovo-vegetariane e vegane (senza alcun ingrediente di origine animale) soddisfano i fabbisogni di nutrienti e di energia delle donne gravide;
- le diete vegane e latto-ovo-vegetariane, pianificate in modo appropriato, soddisfano i bisogni nutrizionali di neonati, bambini e adolescenti e inducono una crescita normale
Un altro studio indica che:
- l’alimentazione vegana nei bambini può ridurre il rischio di contrarre alcune patologie croniche dell’età adulta (es. diabete, obesità, malattie cardiovascolari), che hanno la loro origine in età infantile;
- i bambini vegani introducono più basse quantità di grassi totali, grassi saturi e colesterolo rispetto ai bambini onnivori, che tipicamente hanno introiti di grassi saturi e grassi totali superiori ai livelli suggeriti dalle linee guida dietetiche;
- i bambini vegani hanno più elevati introiti di frutta e verdura, come viene documentato dalla loro più elevata assunzione di vitamina C.
- L’alimentazione vegana mette a contatto i bambini con una grande varietà di cibi vegetali integrali, che possono aiutarli a stabilire abitudini dietetiche salutari per tutta la vita.
Bambini vegani, sì o no?
Ai genitori che desiderassero, quindi, farsi un’idea veritiera di come debba essere un’equilibrata alimentazione tutta vegetale del bambino, salvo per il latte materno , segnaliamo l’utile sito di approfondimento Genitoriveg.com e alcune letture utili:
– una guida preziosissima che illustra i benefici di una dieta veg fin dall’età pediatrica è rappresentata da “VegPyramid Junior” (L. Pinelli, I. Fasan e L. Baroni, Edizioni Sonda). Le tabelle nutrizionali, i menu giornalieri e le linee guida conducono il genitore, il pediatra e la dietista scolastica in un percorso adatto ad affrontare i fabbisogni alimentari di questa fase della vita, differenti non solo da quelle dell’adulto, ma anche a seconda delle varie fasce d’età. Gli autori sono esperti e appassionati, il contenuto di grande completezza e praticità: i menu completi ed equilibrati spaziano, ritagliati su misura, da 1 a 18 anni di età. Le informazioni nutrizionali sugli alimenti e i gruppi di nutrienti fondamentali, le indicazioni sulle principali patologie causate da un’alimentazione squilibrata, l’analisi dei bisogni e fabbisogni energetici delle diverse fasce d’età, le indicazioni per i menu delle mense scolastiche e suddivisi a seconda dell’apporto calorico.
– Ma non è il solo. Gravidanza, allattamento e svezzamento vegan e oltre 350 ricette – che spaziano dalle prime pappe per lo svezzamento, dai piatti più elaborati e gustosi, fino ai dolci e alle pizze – sono il cuore di “La cucina etica per mamma e bambino” (E. Barbero e A. Segone, Edizioni Sonda). Tutto creato pensando proprio al fatto che i bambini non sono dei piccoli adulti, hanno esigenze diverse e uniche, e tenendo conto del desiderio dei genitori di accompagnare i figli alla scoperta del cibo, in modo sano, etico, fisiologico, piacevole e connesso alla vita.
– L’allattamento e lo svezzamento sono momenti cruciali della crescita dei bambini è, quindi, fondamentale approcciare queste fasi delicate con le giuste conoscenze evitando di cadere in radicati stereotipi come l’importanza della carne e del latte nei primi anni di vita: queste le considerazioni descritte nella settima edizione, aggiornata e ampliata, di un libro ormai classico come “Figli Vegetariani” di Luciano Proietti (Edizioni Sonda), medico chirurgo che per oltre 20 anni ha lavorato nel reparto di pediatria.
In conclusione…
Ci si può nutrire male e avere degli scompensi nutrizionali anche mangiando carne. Così come ci si può nutrire bene mangiando vegan. O viceversa. La chiave sta tutta in una corretta e consapevole alimentazione.
AGGIORNAMENTI DEL 30 GIUGNO
Questa volta iniziamo con: dieta vegana sempre e comunque sul banco degli imputati? Nel riportare la notizia della bambina di due anni finita in ospedale abbiamo mantenuto sempre e comunque una linea moderata.
Tralasciando il fatto che il nostro giornale si occupa di tematiche green e vota di certo per un’alimentazione sostenibile con la riduzione di proteine animali, crediamo fermamente che puntare il dito a prescindere non sia fare una buona informazione né nell’uno né nell’altro caso. Ed è per questo che abbiamo ascoltato il parere sia di un esperto che segue una dieta vegana che uno onnivora.
Il dibattito che si è scatenato soprattutto in rete però non ha visto la stessa moderazione: i genitori sono stati accusi di essere irresponsabili nell’alimentare una bambina così piccola senza proteine animali.
Un’altra domanda ci sorge poi spontanea tutto questo allarmismo è in qualche modo collegato al fatto che l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha bocciato la campagna #oradellatte lanciata dal Ministero delle politiche agricole per promuovere il consumo del latte?
“Il latte non è un alimento imprescindibile per il nostro organismo e per la nostra salute, perché l’apporto proteico e di nutrienti che fornisce può essere sostituito senza inconvenienti da altri cibi non di origine animale”.
Ma come sono andate esattamente le cose?
Si scopre adesso che la bambina non sarebbe vegana ma che ha dei problemi di salute su cui lecitamente il padre vuole mantenere il riserbo. In un’intervista al Secolo XIX il padre ha dichiarato: “Mia figlia non sta bene, ma questo non ha nulla a che vedere con la dieta vegana. Io sono alto e grosso e mangio anche uova e pesce”.
Il senatore M5S Lello Ciampolillo durante il suo intervento in Senato ha spiegato:
“Ho parlato personalmente con il direttore sanitario del Gaslini di Genova scoprendo che la dieta della bambina sin dai primi mesi di vita che dopo lo svezzamento prevedeva anche parmigiano, cosa che è incompatibile con una dieta vegana. Si tratta dell’ennesima strumentalizzazione perpetrata sui mezzi stampa”.
Sulla vicenda è intervenuta anche la LAV:
“Il caso della bimba di Ventimiglia riportato dai media, non può essere utilizzato per denigrare, facendo di tutta l’erba un fascio, una scelta alimentare che, se correttamente praticata e ben bilanciata, ha solo benefici, come confermato ormai dai maggiori istituti scientifici internazionali”.
In ogni caso, come abbiamo più volte ribadito in questo lungo articolo, bisogna informarsi e affidarsi a esperti prima di seguire qualsiasi tipo di dieta, sia essa vegetale che onnivora, ma bisogna soprattutto non giudicare e condannare a prescindere chi sceglie un tipo di alimentazione diversa dalla nostra. L’importante è farlo seguendo dei criteri logici.