Conservare al meglio la frutta, senza ricorrere a sostanze dannose, sarà presto possibile grazie a una scoperta tutta italiana. Un gruppo di studenti dell’Università di Trento ha ideato B.Fruity, un sistema in grado di regolare in modo naturale la maturazione della frutta, accelerandola o rallentandola.
Conservare al meglio la frutta, senza ricorrere a sostanze dannose, sarà presto possibile grazie a una scoperta tutta italiana. Un gruppo di studenti dell’Università di Trento ha ideato B.Fruity, un sistema in grado di regolare in modo naturale la maturazione della frutta, accelerandola o rallentandola.
Come funziona? B.Fruity sfrutta un insieme di batteri innocui per l’uomo e comunemente presenti nell’ambiente, come nel caso dei microrganismi effettivi, o EM. Questi batteri sono in grado di produrre etilene, una sostanza che influisce sulla maturazione della frutta.
Lo avevate mai notato? Quando le mele si trovano vicino alle banane, queste ultime maturano molto più in fretta, proprio perché le mele sprigionano etilene, una sostanza in grado di accelerare la maturazione delle banane. Il problema della maturazione troppo rapida riguarda soprattutto i frutti che, in condizioni ideali, continuano a maturare dopo la raccolta, proprio come le mele e le banane, ma anche come pere, kiwi, cachi e frutti di bosco.
Spesso gli agricoltori raccolgono la frutta ancora acerba, in modo da poterla trasportare in tempo a destinazione. Una volta giunta nei luoghi di conservazione o vendita, la frutta viene riposta in camere contenenti etilene, per accelerarne la maturazione e per permetterne la vendita il prima possibile.
L’etilene, a livello industriale, viene prodotto grazie a idrocarburi. Nelle nostre case, invece, possiamo provare ad agevolare la maturazione della frutta ancora acerba disponendola accanto a delle mele. Così il processo avverrà in modo naturale. E con B.Fruity ciò potrebbe accadere anche su larga scala.
I ricercatori hanno pensato di utilizzare dei batteri innocui per l’uomo per favorire la maturazione della frutta, invece di ricorrere alle risorse fossili. I batteri non entrano mai a contatto con la frutta e fino a questo momento hanno funzionato per una decina di varietà diverse.
Le sperimentazioni in proposito proseguiranno anche per altri tipi di frutta e con batteri differenti. Lo scopo principale consiste nell’evitare il ricorso agli idrocarburi per la produzione di etilene. Se sarà possibile regolare la maturazione della frutta in modo più naturale, il problema degli sprechi alimentari nei supermercati potrebbe essere limitato, portando ad un risparmio di denaro e risorse. L’invenzione dei ricercatori italiani è stata scelta per partecipare al concorso internazionale di biologia sintetica iGEM promosso dal MIT.
Per saperne di più: www.igen.com.
Marta Albè
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