Un’antica birra medievale torna ad essere prodotta grazie ai monaci che hanno trovato la ricetta originale

Dopo una pausa durata ben 220 anni, un gruppo di monaci è riuscito a riportare in vita una leggendaria birra medievale. Questo è stato possibile dopo aver trovato la ricetta originale negli archivi dell'Abbazia di Grimbergen, un monastero fondato nel Belgio centrale nel 1128.

Dopo una pausa durata ben 220 anni, un gruppo di monaci tornerà a produrre una leggendaria birra medievale, riportata in vita grazie alla ricetta originale conservata negli archivi dell’Abbazia di Grimbergen, un monastero fondato in Belgio nel 1128.

Dal momento della fondazione di questa abbazia, i chierici di Grimbergen hanno trascorso secoli a produrre birra. Furono però costretti a fermarsi quando l’abbazia fu distrutta nel 1798. Ora, però, vogliono tornare a cimentarsi nella preparazione di questa bevanda tanto amata e, per farlo, useranno tutti i segreti che sono riusciti a scovare all’interno degli antichi manoscritti conservati nella loro biblioteca.

Alcuni di questi risalgono al XII secolo e si occupano appunto di birra. Sono scritti in latino e in olandese antico e ciò ha reso più difficile identificare in tempi rapidi le antiche ricette e tutti i segreti per produrre la bevanda.  I monaci, però, fermamente convinti di voler riprendere a produrre birra, hanno lavorato duramente con l’aiuto di volontari per tradurre e trovare tutto quanto vi era scritto di interessante sull’antica produzione di birra: ingredienti, tecniche di lavorazione, ecc..

nuova birra manoscritt

Come ha dichiarato padre Karel Stautemas, il priore dell’abbazia:

“Abbiamo passato ore a sfogliare i libri e abbiamo scoperto le liste degli ingredienti per le birre prodotte nei secoli precedenti, il luppolo utilizzato, i tipi di barili e bottiglie e persino un elenco delle birre prodotte secoli fa”

Ci sono voluti ben 4 anni ma ora la rediviva birra, una ale (ad alta fermentazione) che ha una gradazione di 10.8 gradi, è stata presentata ufficialmente e il sindaco di Grimbergen ha potuto sorseggiare il primo boccale della nuova produzione.

Grimbergen è probabilmente una parola già familiare agli amanti della birra dal momento che Carlsberg ha un accordo di licenza per produrre una birra conosciuta appunto con questo nome e nota anche come “birra della Fenice” Questo appellativo è particolarmente rappresentativo anche per la nuova produzione dato che la ricetta originale si è salvata, un po’ come il leggendario animale, dal rogo del 1798 e oggi rinasce dalle sue ceneri!

I monaci dell’abbazia torneranno dunque a preparare la birra di un tempo (vi è sempre comunque una collaborazione con Carlsberg), combinando le tradizioni medievali trovate nei testi insieme a tecniche moderne per creare birra in edizione limitata.

Solo alcuni elementi degli antichi ricettari verranno effettivamente usati dai monaci, ad esempio la scelta di ingredienti naturali e locali e l’assenza di additivi artificiali. Anche la nuova birra prodotta dall’abbazia subirà molteplici fermentazioni e l’invecchiamento in botte per arricchirne il sapore. 

nuova birra
Insomma non sarà proprio uguale alla birra di un tempo…

“Non penso che alla gente ora piacerebbe il gusto della birra fatta all’epoca”, ha dichiarato Stautemas.

Marc-Antoine Sochon, il nuovo mastro birraio dell’abbazia, ha poi aggiunto

“In quei tempi, la birra normale era un po ‘insipida, era come il pane liquido”.

Della ricetta del passato si manterrà comunque lo stesso lievito che dona un gusto fruttato e si utilizzerà la luppolatura a freddo, il dry-hopping, ovvero quella tecnica che non utilizza la bollitura ma lascia il luppolo in macerazione nel fermentatore in modo da non incrementare il livello di amaro della bevanda. Dopo questa prima fermentazione c’è il travaso della birra per una nuova fermentazione previa aggiunta di luppolo sotto forma di fiori.

Il nuovo birrificio si troverà all’interno delle mura dell’abbazia e comprenderà un bar e un ristorante per i visitatori. Si prevede di aprire nel 2020, con Karel e altri cinque o sei mastri birrai che produrranno quantità relativamente piccole di birra (3 milioni di boccali da 330 ml all’anno) per un mercato prevalentemente francese e belga.

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Francesca Biagioli

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