A Trastevere, nel cuore di Roma, è stata inscenata da alcuni attivisti dell'Ocsa la rappresentazione di un macello. Appello anche a favore dei 12 attivisti di Animal Equality ed Equanimal arrestati in Spagna
Una manifestazione sopra le righe. Lo scorso sabato a Roma è stato inscenato un macello a cielo aperto per i vicoli di Trastevere, per protestare contro lo sfruttamento degli animali uccisi dall’industria della carne. I protagonisti dell’insolita protesta sono stati gli attivisti di OCSA, l’Organizzazione contro la schiavitù animale.
Il celebre quartiere storico della capitale nel pomeriggio è stato il set dei macabri retroscena dell’uccisione degli animali, consumati dall’uomo. Una voce di sottofondo riecheggiava per le vie di Trastevere ricordando il triste destino cui vanno incontro milioni di animali, che quotidianamente e meccanicamente vengono ammassati, sgozzati e scuoiati. Meglio la dieta vegana, suggeriscono. Ma non solo. Anche i suoni del macello hanno accompagnato l’azione dimostrativa, con i lamenti di bovini, galline, maiali, conigli ed altri animali da “reddito”.
Oltre ai suoni, anche immagini reali hanno accompagnato la protesta. Alcuni attivisti hanno realizzato veri e propri manifesti di sangue, ricoprendosi di un liquido rosso. “Chiediti cosa mangi” anzi “chi mangi”. Questo l’invito rivolto dai manifestanti ai passanti. E molti si sono fermati, interessati.
Difendere gli animali, contro i massacri di vario tipo è stato il focus della giornata, accompagnato, oltre che dalla promozione dell’alimentazione vegan, anche dalle manifestazioni di solidarietà espresse a favore dei 12 attivisti di Animal Equality ed Equanimal arrestati il 22 giugno in Spagna.
L’accusa mossa nei loro confronti è stata quella di aver liberato nel 2007 circa 20 mila visoni da un allevamento di animali da pelliccia nel nord del paese.
Francesca Mancuso