Gustose, versatili, ricche di nutrienti e preziose per la salute, le alghe stanno diventando un alimento apprezzato e cucinato anche qui in occidente.
La distinzione precisa dei vari tipi la dobbiamo ai Giapponesi, che ne mangiano in grandi quantità e che le hanno selezionate a seconda della qualità “nello stesso modo in cui il Dipartimento americano dell’agricoltura classifica la carne o i latticini”. Così viene precisato nel libro “Le alghe: vita, scienza, futuro” edito da Consonni Corona Corpation Edizioni e che contiene una descrizione precisa di tutte le proprietà delle diverse alghe, oltre a molte ricette pratiche per il loro utilizzo in cucina.
Dunque alghe come cibo per pesci, certamente. Ma anche prelibatezza per umani. Di più: fonte di minerali, aminoacidi, vitamine carotenoidi e fibre. Qualche esempio: la Kelp contiene una quantità di iodio 150 volte maggiore della “normale” verdura e una quantità di magnesio otto volte superiore. Le alghe comuni contengono trenta volte più potassio delle banane e 200 volte più ferro delle bietole. Le Nori hanno il doppio delle proteine di alcune carni. Le Hijiki hanno un contenuto di calcio 14 volte superiore a quello del latte intero. Inoltre in generale hanno anche la vitamina B12, necessario alla funzione neuromuscolare e utile per mantenere il giusto livello di ferro nel sangue. E via di seguito. Insomma, diciamolo, le alghe sono in fondo verdura buona che fa particolarmente bene a tutti.
Ma – attenzione attenzione – non è tutto. In questi tempi estivi che richiedono una linea da esibire attraverso costumi più o meno coprenti, può essere utile non perdere di vista le alghe brune: in special modo la wakame, la kombu e gli spaghetti di mare. E già, perché contengono fucoxantina che (come dimostrato da una ricerca dell’università – ovviamente giapponese – di Okkaido) fa aumentare la velocità con cui viene “sciolto” il grasso addominale, proprio quello più difficile da buttare via. E allora basterà inserirle nelle proprie insalate, o farne – specialmente degli spaghetti di mare – un vero e proprio contorno leggero.
Fatta questa premessa, la preoccupazione che rimane sospesa riguarda il gusto? Niente paura. Certo, rimandano un po’ al sapore del mare ma senza esagerare. Danno un tocco di gusto aromatico alle zuppe come alle insalate, possono essere (a seconda dell’alga, s’intende) cucinate a lungo oppure semplicemente messe ad ammorbidirsi nell’acqua (beh, certo, perché in commercio si trovano essiccate). Ottime quelle in sfoglia per arricchire il nostro frushi.
E se invece proprio non sopportaste l’idea o il sapore, c’è sempre la seconda opzione. Quella della pillole. O meglio compresse. Da acquistare nei negozi di alimenti naturali. Oppure on line: nel primo e forse unico al mondo negozio virtuale interamente dedicato alle alghe: www.algheria.it (e improntato su una filosofia ecologicamente responsabile per uno sviluppo sostenibile; spiegano i titolari, i coniugi Consonni Corona: “la scelta dei prodotti avviene selezionando materie prime e sistemi di trattamento che non utilizzino pesticidi ed erbicidi, che non generino erosione del terreno o l’inquinamento delle acque e seguano una raccolta che garantisca che le risorse estratte dal mare siano rinnovabili e che venga mantenuto l’equilibrio dell’ecosistema”).
Su Algheria.it è anche possibile scaricare – dopo essersi registrati al sito – un ricettario (dal mare al piatto, secondo la tradizione gastronomica italiana); nella sezione “alimenti”, di ogni alga vengono presentate le principali caratteristiche anche nutrizionali e viene fornita qualche ricetta “tipica”. E buon appetito… sostenibile!