Quando si sceglie diventare vegani, quella che si è abbraccia non è solo una dieta ma una filosofia di vita, che implica l'eliminazione di tutti quei prodotti che presuppongono la presenza di ingredienti o additivi di origine animale. Quello che non tutti sanno, però, è che tanti prodotti comuni contengono "nemici" insospettabili. Ecco 5 ingredienti e additivi di origine animale da evitare.
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Quando si sceglie diventare vegani, quella che si è abbraccia non è solo una dieta, ma una filosofia di vita, che implica l’eliminazione di tutti quei prodotti che presuppongono la presenza di ingredienti o additivi di origine animale. Quello che non tutti sanno, però, è che tanti prodotti comuni contengono “nemici” insospettabili. Ecco 5 ingredienti e additivi di origine animale da evitare.
1) E120, cocciniglia
L’E120 (cocciniglia) è un colorante naturale che si ricava dal corpo essiccato di alcuni insetti (Coccus Cacti) che si nutrono della linfa di piante. Questa sostanza dal colore rosso (detto anche Carminio), è presente soltanto nelle femmine e raggiunge la massima concentrazione in quelle gravide. Gli insetti vengono allevati naturalmente sulle pale dei fichi d’india e le femmine vengono raccolte (staccandole con delle lamine metalliche) poco prima della deposizione delle uova, ed essiccate. Dal loro corpo viene estratto il colorante che può essere usato in tintoria, nell’industria dolciaria, per la colorazione di liquori o bibite rosse (o arancio scuro) e l’inchiostro e in prodotti cosmetici.
Nonostante alcuni sostengano che gran parte dell’ E120 oggi sia prodotto sinteticamente, non vi è prova alcuna che questo corrisponda ai fatti concreti. Anzi, questi insettini sembrano molto richiesti dall’industria come colorante, e vi sono addirittura paesi in cui l’allevamento della cocciniglia è largamente diffuso: Perù (produttore dell’85% della cocciniglia a livello mondiale), Canarie e Spagna meridionale si collocano ai primi posti della produzione. L’E120 si trova anche sotto il nome di carminio o acido carminico.
Fonte foto: http://www.nutrifun.it
E542, fosfato di ossa edule
Il fosfato d’ossa è un additivo derivato dai resti delle ossa delle carcasse di animali macellati, come mucche e maiali. Il fosfato d’ossa può essere utilizzato come antiagglomerante, ma anche come fonte di fosforo negli integratori alimentari. L’uso principale è nel settore cosmetico, dove viene utilizzato per esempio in alcuni dentifrici.
E904 , gommalacca
La gommalacca è una fragile e scagliosa secrezione dell’insetto dell’ordine degli emitteri Kerria lacca, presente nelle foreste di Assam e Thailandia. È usata dalla metà del XIX secolo per produrre piccoli oggetti come cornici, scatole, articoli da toeletta, gioielleria, calamai ed anche protesi dentarie. Essendo commestibile, la gommalacca è stata usata come agente lucidante per pillole e caramelle. A questo fine, è classificata come additivo alimentare con il numero E904 e viene ancora usata come rivestimento della frutta per impedirne il deperimento dopo la raccolta.
E471, mono e digliceridi degli acidi grassi
I mono e digliceridi degli acidi grassi e471 possono essere ricavati da oli vegetali di scarsa qualità, come l’olio di cocco e l’olio di palma, ma anche da scarti animali della macellazione, come corna, unghie e grasso. Dal momento che soltanto i produttori possono fornire informazioni dettagliate sulla loro origine, vegetariani e vegani preferiscono evitarli. Vengono indicati con la sigla E471.
Castoreo
Per prendere questa sostanza i castori vengono intrappolati e poi, nella migliore delle ipotesi sedati, oppure uccisi. Il castoreo, infatti, si trova nella borsa ghiandolare del castoro, tra l’ano e la base della coda. In Europa si usa solo in alcuni profumi, mentre negli USA è approvato anche come additivo alimentare. Nelle etichette, però, è definito semplicemente come “aroma naturale.
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Roberta Ragni
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