Addio acidi grassi trans negli Usa. La Food and Drug Administration ha annunciato Giovedi scorso che eliminerà gradualmente i grassi trans, una minaccia per la salute delle persone. Per il Commissario Margaret Hamburg questa mossa potrebbe evitare 20.000 attacchi di cuore e 7.000 morti ogni anno. Ma se fosse solo una manovra politica?
Addio acidi grassi trans negli Usa. La Food and Drug Administration ha annunciato Giovedi scorso che eliminerà gradualmente i grassi trans, una vera e propria minaccia per la salute delle persone. Per il Commissario Margaret Hamburg questa mossa potrebbe evitare 20.000 attacchi di cuore e 7.000 morti ogni anno.
Gli acidi grassi trans rientrano attualmente nell’elenco lista dei GRAS, che comprende oltre 10.000 additivi ammessi nell’industria alimentare. Nonostante il loro uso sia diminuito, quindi, continuano a essere presenti in tantissimo alimenti di largo consumo, soprattutto negli Usa, dalle ciambelle ai pop corn. Il bando, quindi, è decisamente una buona notizia, direte voi.
E invece oltre Oceano monta la polemica: l’analisi degli eventi che si sono verificati nei giorni precedenti all’annuncio dell’imminente divieto suggerirebbe, secondo alcuni media, che questa “grande notizia” altro non sarebbe che una mera manovra politica dell’industria alimentare e chimica per distogliere l’attenzione dei consumatori da una minaccia ben più grande: l’aumento dell’uso di pesticidi e degli alimenti geneticamente modificati.
I grassi trans, sostengono i detrattori del divieto, sono già etichettati (è obbligatorio farlo dal 2006) e attualmente tutte le informazioni necessarie vengono fornite apertamente ai consumatori, al contrario di quanto accade con i cibi ricchi di pesticidi e/o geneticamente modificati. Per questo si pensa che lo scopo finale della misura, giudicata in un certo qual modo secondaria, se non inutile, possa essere stato quello di boicottare, in particolare, l’I-522.
Stiamo parlando di quell’niziativa elettorale dello Stato di Washington che chiede che tutti gli alimenti geneticamente modificati siano segnalati in etichetta, per fare in modo che i consumatori possano finalmente sapere cosa c’è davvero nel cibo che acquistano.
L’industria alimentare, terrorrizzata da questa eventualità, ha da tempo prontamente avviato la sua contro campagna pro-Ogm. Il gruppo “No on 522”, formato da aziende come Monsanto, Pepsi, Bayer, Coca-Cola e Nestlè , avrebbe speso circa 22 milioni dollari per sostenere la causa degli organismi geneticamente modificati. E ora si avvia a celebrare quella che sembra essere la sconfitta dell’iniziativa dell’etichettatura: oggi si stima che i voti contrari saranno del 53 per cento, rispetto al 47 per cento dei favorevoli.
Proprio le lobby e gli immensi interessi economici, quindi, sarebbero alla base della nuova posizione dell’FDA sugli acidi trans. Perché, per avere un impatto positivo e reale sulla salute dei cittadini, sarebbe bastato focalizzarsi sugli effetti dei cibi geneticamente modificati e dei pesticidi, e non su un ingrediente già normato ed etichettato.
I consumatori conoscono bene i grassi trans e hanno i mezzi per evitarli. Ma non sanno ancora quali alimenti contengono pesticidi e ingredienti geneticamente modificati. In pratica è una questione di priorità, dicono i media. Ed è, in effetti, difficile dar loro torto.
Roberta Ragni