La Commissione europea ha chiuso anticipatamente la procedura TRIS (Sistema di informazione sulle regolamentazioni tecniche) relativa alla legge italiana spiegando che l’Italia ha violato la normativa Ue
Con l’approvazione del disegno di legge che prevede il divieto di produzione e vendita di carne coltivata e le restrizioni sulle denominazioni delle alternative vegetali alla carne, l’Italia ha violato il diritto europeo. Ad annunciarlo è la Commissione europea, che ha chiuso la procedura TRIS relativa a quella legge italiana, chiedendo una rendicontazione delle modifiche al disegno di legge.
Per prevenire la creazione di barriere nel mercato interno dell’Unione Europea, con la procedura TRIS gli Stati membri e la Commissione devono poter esprimersi su un disegno di legge prima della sua approvazione.
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L’Italia, invece, secondo la Commissione, ha violato il diritto europeo, adottando, in pratica, il testo prima della scadenza del periodo sospensivo previsto dall’articolo 6 della direttiva Tris. L’Italia, cioè, aveva deciso di far esaminare i divieti dall’Unione solo dopo averli fatti diventare legge l’1 dicembre 2023.
Come ribadito dalla Commissione nella nota, tale conseguenza deriva dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Ue, che in passato ha deliberato che le leggi adottate in violazione della procedura possono essere dichiarate inapplicabili dai tribunali nazionali.
Nello specifico, la norma violata cui fa riferimento la Commissione è l’articolo 6 della direttiva Ue 2015/1535 che impone di sottoporre agli Stati membri un disegno di legge considerato non in linea con il mercato unico europeo, appunto attraverso la procedura Tris, prima della sua approvazione. Come già evidenziato, nel caso del ddl sulla carne coltivata, il Governo ha ritirato il provvedimento dalla procedura prima che il Parlamento italiano lo approvasse, per cui la Commissione ha invitato lo Stato membro “a informarla del seguito dato, anche alla luce della giurisprudenza pertinente della Corte di giustizia“.
Pubblicata in Gazzetta ufficiale il 1 dicembre, la legge sulla Carne sintetica – che punisce con multe da 10mila fino a 60mila euro il commercio di alimenti e mangimi prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati – risultava sospesa almeno fino al 4 marzo, in virtù della notifica alla Commissione Ue, che si sarebbe dovuta esprimere entro quella data.
Dopo lo stop della Commissione europea, la legge potrebbe insomma non essere applicata dai magistrati nazionali. Intanto, la carne prodotta da cellule staminali allevate in laboratorio, senza crudeltà, potrebbe aiutarci eccome le emissioni e lo sfruttamento del suolo e dell’acqua. Già molti Paesi hanno deciso di investire in questa nuova opportunità, mentre l’Italia resta ferma sulle sue posizioni del “proteggere il Made in Italy”.
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