È un batterio appartenente alla famiglia dei bacilli ad eziologia alimentare ed è la principale causa della listeriosi, una malattia infettiva dovuta proprio all’ingestione di cibo contaminato. Quali sono i sintomi e come evitare di infettarsi
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È molto diffuso nell’ambiente e si trova comunemente nel suolo, nell’acqua, nella vegetazione e può contaminare qualunque livello della catena di produzione e consumo degli alimenti: si tratta del batterio della listeria, che ha la capacità di riprodursi a temperature variabili da 0 a 45°C ed essere presente anche in alimenti trasformati, conservati e refrigerati. Come fare allora per evitare di intossicarci? E quali sono i campanelli di allarme?
Mentre la listeria (Listeria monocytogenes) è il batterio, la listeriosi è la malattia infettiva dovuta a quel batterio. L’ISS la classifica fra le tossinfezioni alimentari, che, tra l’altro, nei Paesi occidentali si sta rivelando sempre più un grosso problema di sanità pubblica.
In alcuni casi può infatti portare anche alla morte, per cui va da sé che la prevenzione è fondamentale così come l’applicazione delle norme di igiene previste per tutte le tossinfezioni alimentari.
L’infezione da listeria
Principalmente derivante da un’ampia varietà di cibi crudi, l’infezione può manifestarsi sotto due forme:
- forma tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione e che generalmente provoca diarrea
- forma invasiva, detta anche “sistemica“, che dall’intestino passa nel sangue e si diffonde nell’organismo, arrivando al sistema nervoso, provocando encefaliti e meningiti e forme acute di sepsi. In questo caso, l’incubazione può anche essere di 3 settimane, ma può prolungarsi fino a 70 giorni.
Come in tutte le infezioni, ci sono individui che possono essere più soggetti all’infezione, come i malati di cancro, di diabete, di Aids, le persone anziane, le donne in gravidanza e i neonati.
Le cause dell’infezione da listeria
La causa dell’infezione da listeria è la presenza del batterio nel cibo che viene ingerito. Sono sufficienti cento cellule batteriche per grammo di cibo a causare l’infezione.
Gli alimenti più a rischio
- pesce
- carne cruda ma anche cotta
- verdure crude
- latte non pastorizzato
- latticini, come formaggi molli e burro
- cibi trasformati e preparati pronti all’uso
- carni fredde
- insalate preconfezionate
- panini
- pesce affumicato
I sintomi dell’infezione da listeria
La maggior parte degli adulti in buona salute non ha alcun sintomo dopo il consumo di alimenti contaminati o al massimo può avere disturbi gastroenterici quando la contaminazione è molto elevata.
In generale, comunque, i sintomi della listeria sono:
- gastroenterite con febbre, dopo poche ore dall’ingestione del prodotto contaminato
- endocardite
- osteomielite
- colecistite
- peritonite
- meningite
- paralisi dei nervi cranici
- perdita della funzionalità motoria
Negli adulti che hanno carenze del sistema immunitario, l’infezione può causare meningiti, encefaliti e gravi setticemie. L’incubazione media è di tre settimane, ma in alcuni casi può prolungarsi fino a 70 giorni.
La migliore strategia di lotta alla listeriosi passa attraverso una efficiente prevenzione, che si può facilmente attuare applicando le generali norme di igiene e attenzione previste per tutte le altre tossinfezioni alimentari:
Come evitare l’infezione da listeria
- lavare le mani, i coltelli, i piani di lavoro e i taglieri dopo manipolazione e la preparazione cibi crudi
- mantenere la temperatura del frigorifero entro i 4°C e del congelatore sotto i -17°C
- mantenere il frigo pulito e ripulirlo regolarmente
- risciacquare accuratamente gli alimenti crudi, come frutta e verdura
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- asciugare i prodotti con un panno pulito o un tovagliolo di carta
- separare le carni crude da tutti gli altri alimenti
- cuocere completamente il cibo derivato da animali
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- consumare i prodotti precotti appena possibile
- non conservare i prodotti refrigerati oltre la data di scadenza
- dividere gli avanzi di cibo in contenitori poco profondi in modo che abbiano la possibilità di raffreddarsi velocemente, chiuderli e consumarli entro 3-4 giorni
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Fonte: ISS
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