L'OMS ha messo a punto un nuovo piano d'azione che ha l'obiettivo di ridurre il consumo pro capite di alcol, poiché nessun consumo è privo di rischi per la nostra salute
Il consumo di alcol è da sempre terreno di dibattito all’interno della comunità scientifica, che continua a dividersi fra chi consiglia un consumo “terapeutico” (il famoso mezzo bicchiere di vino a pranzo) e un divieto assoluti di bere alcolici, soprattutto se si è in presenza di malattie croniche quali ipertensione o obesità.
Sulla questione si è recentemente espressa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nell’ambito di un piano di azione volto a ridurre il consumo pro capite di alcolici del 10% entro il 2025. Come dimostrato da numerosi studi recenti, infatti, non è possibile limitare i confini di un consumo “non nocivo” dell’alcol.
In pratica, non è possibile definire un livello di consumo di alcolici che sia sicuro per la nostra salute, poiché qualunque forma e quantità di alcol è responsabile di danni alla nostra salute. Pertanto qualsiasi consumo è da sconsigliare se si vuole restare in salute.
La misura di riduzione del consumo di alcol si inserisce nello European framework for action on alcohol 2022-2025 messo ai voti a Tel Aviv nelle scorse settimane. In questa “cornice europea” non si fa distinzione fra consumo moderato di alcol e abuso di bevande alcoliche – come si è soliti fare quando si viene al tema – ma ogni forma di consumo, anche la più moderata, viene considerata dannosa per la salute.
Per favorire la riduzione del consumo di alcol e raggiungere gli obiettivi entro il 2025, sono state disposte diverse misure – dall’aumento della tassazione sugli alcolici al divieto di pubblicità di questi prodotti fino alla diminuzione della disponibilità di bevande alcoliche in commercio. Insomma, si prospetta un vero e proprio proibizionismo che non piace affatto a chi si occupa della produzione e della vendita di alcolici.
È una notizia che ci preoccupa profondamente – spiega Vittorio Cino, Direttore Generale di Federvini – è prevalsa una linea demonizzante e proibizionistica. Il documento dell’Oms Europa non fa alcuna distinzione tra consumo e abuso e criminalizza di fatto milioni di consumatori e centinaia di migliaia di produttori. È un chiaro tentativo di influenzare il dibattito europeo che è in corso a Bruxelles in materia di etichettatura e corretta informazione del consumatore.
Riteniamo che imporre ricette di questo tipo, composta da tassazione, messaggi allarmistici e restrizioni normative, sia non solo dannoso ma del tutto inutile. I risultati sul campo, e non gli astrusi algoritmi presentati, dimostrano che il proibizionismo ha sempre fallito.
QUI è possibile leggere il comunicato completo dell’OMS.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonti: Organizzazione Mondiale della Sanità / Federvini
Ti consigliamo anche: